lunedì 2 agosto 2010

Storia del signor Erasmo

NB: quella che segue è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a persone esistenti o fatti realmente avvenuti è puramente casuale

Il signor Erasmo è un tranquillo uomo di mezza età.

Lavora da 12 anni in una grossa azienda alla periferia di M. ove ricopre un ruolo di discreta responsabilità nel settore Affari Interni. Nel corso degli anni ha dato dimostrazione di tenacia: e' arrivato nell'azienda senza raccomandazione, ha lavorato in modo intenso applicandosi con costanza, ha partecipato a corsi di perfezionamento e si e' impegnato in attività sempre più difficili. Sempre sorridente e affabile con tutti, il signor Erasmo si e' tranquillamente ritagliato una sua nicchia ecologica in cui può dire la sua. Lo si nota poco, ma i suoi colleghi hanno piacere di vederlo perché ha sempre una parola buona per tutti.

Non è esente da difetti, ovviamente, e egli stesso ne è consapevole: mai stato veramente magro, col passare degli anni Erasmo ha mostrato progressiva tendenza alla pinguedine; è sempre stato testone e caparbio ed è difficile togliergli un'idea dalla testa una volta che vi si è insediata, anche se tutti gli riconoscono una notevole elasticità mentale; è geloso delle persone cui vuol bene e spesso le subissa di richieste piagnucolose del tipo "Mi vuoi bene?", oppure "Mi pensi?", espresse con aria sognante da bassett hound e le orecchie che toccano terra. Insomma, un ruffiano della più bell'acqua che però talvolta riesce a strappare un sorriso divertito a quel pubblico femminile che, a regola, non sarebbe attratto dalle sue modeste prerogative.

Inoltre il signor Erasmo ha un'interessante prerogativa: crede nella trasversalità. Pensa che i vari uffici della ditta per cui lavora non debbano tirare a fregarsi, ma cercare di collaborare fra di loro, e così fa nel suo piccolo ottenendo una credibilità importante agli occhi dell'amministrazione che inizia ad interessarsi a lui e alle sue modeste prerogative.

Insomma, una tranquilla vita da impiegato, scandita dalle strisciate del badge all'ingresso e all'uscita, dai numerosi caffè alle macchinette, dal lavoro interessante ma faticoso, dalle chiacchiere con i colleghi. E dalle letture: Erasmo legge di tutto e, ogni tanto, scrive qualcosa.

Nessuno lo sa, ma Erasmo - indefesso navigante su Internet - ha aperto un suo blog. L'ha fatto con un nom de plume - Gino Cerutti, come il "drago" della canzone di Gaber - e vi pubblica i suoi racconti, ma non li legge quasi nessuno, fuorché una ristretta cerchia di appassionati che hanno scoperto per caso il suo blog, che si intitola "Il vento nelle vele", in omaggio alla sua passione per quel mare che riesce a raggiungere solo in occasione delle vacanze.

La vita di Erasmo ha uno scossone il giorno in cui Zulian, Schiappacasse e Rebaudengo della Divisione "Prevenzione sinistri" lasciano insieme la ditta per andare a insediarsi in un posto ove saranno pagati molto di più. La DS (come viene chiamata la Divisione Sinistri) rimane scoperta di botto senza particolare preavviso e in Direzione vanno tutti nel pallone. Iniziano contatti frenetici con personaggi esterni alla ditta, sotto pressione del responsabile della Logistica da cui dipende a DS.

Erasmo rimane alla finestra. Nel corso degli anni anch'egli si è occupato di prevenzione sinistri in associazione soprattutto a Zulian di cui, almeno all'inizio e prima dell'arrivo di Schiappacasse e Rebaudengo, è stato stretto collaboratore per l'interesse specifico verso il tema. Poi le cose si erano fermate ad una generica ed amichevole collaborazione superficiale perché Zulian si era legato molto agli altri due – specificatamente agganciati alla sua divisione – e perché il capo della logistica, Roberto Ranieri (RR, come lo chiamavano tutti), un caratteriale bestiale pur se molto bravo nelle sue cose, aveva ordinato a Zulian di tenere Erasmo il più fuori possibile dalla gestione della DS. Zulian almeno all'inizio aveva cercato di opporsi, poi aveva prevalso l'imposizione di RR che, come al solito, aveva pestato i piedi per terra bestemmiando con tono isterico.

Ma adesso le cose erano cambiate. Sostituire tre personaggi così importanti in un colpo era peggio che difficile: era praticamente impossibile. Ed era stato così che qualcuno molto vicino all'Amministrazione aveva suggerito a Erasmo di preparare un suo piano di gestione della DS e di sottoporlo, hai visto mai... Erasmo sulle prime si era difeso, poi aveva accarezzato l'idea: più che altro lo stimolava la possibilità di creare qualcosa di suo e la prospettiva di sistemare un paio di suoi colleghi più giovani che ancora non avevano avuto una collocazione precisa.

Su una cosa però è categorico sin dall'inizio: “Se va in porto, la DS deve passare dalla Logistica agli Affari Interni”.

“E perché?”, gli chiede il direttore generale.

Erasmo si stringe nelle spalle e sorride:

“Perché io con quel matto di Ranieri non riuscirei a lavorare. Perché ho sempre lavorato bene agli Affari Interni dove mi hanno permesso di diventare quello che sono. Perché RR non mi permetterebbe di sistemare i miei amici”

“Va bene, ne riparleremo”, risponde il direttore pensieroso chiudendo il fascicolo.

Ma non ne riparleranno affatto.

La vicenda si protrarrà per un paio di mesi, con gli uffici della direzione che si rimpallano il progetto di Erasmo senza mai convocare l'autore per una discussione.

Erasmo cerca di capire le idee dei suoi capi. Nella redazione di quel progetto ha profuso molto impegno, ma soprattutto il tempo stringe. Il suo giovane amico e collega Marco Cambieri è tenacemente ricercato da un'altra ditta che gli offre circa il doppio: siccome Marco è però prima di tutto un idealista di sinistra, l'unico modo per tenerlo è coinvolgerlo in un progetto di lavoro in cui Erasmo abbia un ruolo leader, perché Marco sa che ci sarà possibilità di crescita professionale, l'unica cosa che gli interessi più dei soldi. Ma non riesce a sapere niente, se non voci di corridoio: “E' fatta”, oppure: “No, stanno contattando la ditta XYZ”, oppure: “Sta tranquillo, con le paghe da fame della nostra ditta non viene nessuno”, o ancora “RR sta diventando matto perché gli hanno detto che tolgono la DS dalla logistica”. E infine, ormai alla fine di Dicembre, un pezzo grosso della direzione gli tira la manica della giacca, lo porta in un angolo, si accende un proibitissimo mezzo toscano e gli dice con aria da cospiratore:

“Ormai non c'è più tempo per soluzioni alternative. Sei tu il candidato definitivo. RR manderà giù il rospo. Cazzi suoi”

“Ma mi diranno qualcosa di ufficiale prima o poi? Sai, Marco è stato messo alle strette dall'altra ditta, non ho più possibilità di rimandare...”

“Lunedì. Lunedì riceverai l'investitura”, risponde sorridendo, e gli batte la mano sulla spalla allontanandosi.

Infatti.

Lunedì Erasmo viene informato ufficiosamente del fatto che, con un colpo di scena degno di un film di Hitchcock, è stato nominato responsabile della DS l'ingegner Mazzanti, proveniente dalla ditta Menelicche, e che il tutto è stato orchestrato da Ranieri che ha giocato la carta della disperazione telefonando al proprietario della ditta – su cui vanta un notevole ascendente – il quale ha telefonato all'amministratore delegato, ecc.

Fine del cinema: Erasmo torna nei ranghi dopo aver assaporato il suo breve sogno di gloria, il suo amico Marco se ne va alla ditta XYZ, l'ingegner Mazzanti arriva e si insedia alla DS che, ovviamente, rimane nella Logistica.


Il giorno dopo Natale Erasmo si trova in ufficio a sistemare alcune pratiche.

Ranieri gli passa accanto: è allegro e su di giri. Lo tocca nella spalla e gli dice:

“Ti spiace venire da me un attimo?”

Erasmo entra nel suo studio. Ranieri è seduto dietro all'ampia scrivania e si accende un mezzo toscano; Erasmo riflette sul fatto che dev'essere un momento di rivalutazione per un prodotto tanto negletto. RR lo invita a sedersi con un ampio gesto della mano:

“Allora Erasmo, penso che dobbiamo farci due chiacchiere tu e io. In amministrazione mi hanno detto che l'arrivo di Mazzanti ha fatto venire un bel mal di stomaco a qualcuno. Per caso hai bisogno di un Ranidil?”, conclude sorridendo trionfante.

“Non credo”, risponde Erasmo asciutto e sorridente a sua volta.

RR tira una boccata dal suo sigaro. Sembra Larry Hagman nella serie televisiva “Dallas”:

“Erasmo, Erasmo... Tu pensavi veramente di togliermi la DS? Tu pensavi di togliermi una cosa mia? Non sai che sono stato io a volerla? Sappi che finché ci sarò io a capo della Logistica, tu non avrai MAI la DS”

Erasmo conta mentalmente sino a 10: in questi casi, mantenere la calma è assolutamente fondamentale:

“Roberto, io ho preparato un piano perché mi era stato richiesto dall'Amministrazione”. O meglio, pensa, dalla parte di essa che voleva fotterti, ma questo non glielo può dire, vorrebbe dire tradire la fiducia di chi gli ha fatto certe confidenze. Poi continua, allargando le mani: “Io sono un soldatino e ho ubbidito. Ti sembra che voglia o possa mettermi contro di te? Ho fatto quello che mi veniva chiesto e ho solo espresso la volontà di continuare a lavorare nel mio gruppo. È una manifestazione di lealtà nei confronti delle persone con cui ho sempre lavorato. Dovresti capirlo anche tu, no?”

RR sorride benevolmente: ha già vinto, non ha bisogno di stravincere. Si limita a soggiungere:

“Bene, sono contento che ci siamo chiariti. Ti chiedo di collaborare con Mazzanti, come avevi fatto con Zulian: adesso cercherà di inserire nella DS forze nuove, ci sarà il bisogno della tua esperienza come guida per i giovani”.

E lo congeda.

Erasmo ha perso su tutta la linea: non ha avuto la responsabilità della DS, ha perso Marco (il suo rimpianto maggiore), non ha avuto nemmeno il ringraziamento dalla Direzione – forse imbarazzata – per l'impegno che ci ha messo, e adesso deve collaborare con un perfetto sconosciuto. Sopporterà, si dice, ma si domanda se il tempo sarà galantuomo una volta tanto.


Mazzanti è una brava persona, ma – come tutti quelli della Logistica – deve obbedienza cieca, pronta e assoluta a Ranieri.

Un giorno a Febbraio Erasmo gli dice:

“Dobbiamo pensare alle vacanze”

“In che senso?”, risponde l'altro un po' svagato.

“Be', visto che i più esperti sul tema siamo tu e io, benché di due divisioni diverse, forse dovremmo coordinare le nostre vacanze in modo che uno di noi rimanga sempre a supervisionare le attività di quelli giovani che stanno iniziando adesso”

“Capisco quello che dici, ma io sono un uomo di RR: è lui che decide”

Erasmo allarga le braccia, sconsolato:

“Bene, come vuoi tu. Io la copertura al mio giovane la do, andiamo in vacanza nello stesso periodo. Se RR non vuole la mia collaborazione...”

“Non è che non vuole: decide lui”, insiste Mazzanti.

Erasmo risponde:

“Decide per te. Io ho il responsabile degli Affari Interni: è lui il mio capo”

E, per una volta, si sente come il Gino Cerutti con cui scrive i suoi racconti sul blog.


E si arriva così al primo giorno di vacanza.

Mazzanti è anch'egli via da una settimana.

È la notte fra l'1 e il 2. Erasmo è nella sua casetta al mare e sta dormendo il sonno dei giusti quando, a mezzanotte e mezza, squilla il telefono. È il centralino della ditta; gli viene passato il direttore generale:

“Erasmo, c'è un problema urgente: un sinistro. E manca Mazzanti”

“Va bene – dice assonnato Erasmo – E allora?”

“Non sei tu il referente in sua assenza?”

Erasmo scoppia a ridere divertito:

“Oh no davvero!”

“Ma tu non sei quello più anziano dopo di lui in DS?”

“Non è esatto: io collaboro alla DS, ma lavoro – come sai – per gli Affari Interni”

Il direttore generale piagnucola:

“Ma il turno reperibilità è scoperto!”

“Questi sono affari vostri: siete voi che mettete online i turni, dovevate pensarci”

Il direttore si inalbera un poco:

“Guarda che io sto per diramare un ordine di servizio! A qualcuno tocca!”

“Accomodati – risponde Erasmo – io sono al mare, a C. Mi ci vogliono per tornare, diciamo, due ore circa. Se per te va bene...”

“Non va bene no! Dobbiamo fare in fretta! L'amministratore è incazzato nero e io non riesco a spiegarmi come sia potuto succedere che Mazzanti va via senza lasciare un referente in absentia”

“Succede sì. Gliel'ha specificatamente indicato RR”

“Cioè?”

“RR ha detto che la DS è sua e che la gestisce lui. Che l'ha voluta lui e nessuno gliela porterà mai via – a Erasmo sembra di rivedere tutto il colloquio con Ranieri del 26 dicembre, ma l'accompagnamento musicale è quello di un canone di Pachelbel. In glorioso e trionfale crescendo. E conclude perfidamente - Quindi, penso che la soluzione migliore sia contattare RR e dirgli di risolvere lui il problema”

“Hai ragione, Erasmo: farò così!”, e riappende.

Erasmo spegne il telefono.

È stanco morto, ha un sonno infinito e barcolla mentre si riavvia verso la camera da letto.

Ma ripensa all'opera lirica, cui l'ha avvicinato un amico melomane entusiasta, e al modo in cui si conclude il secondo atto di Rigoletto, un buffone gobbo che stringe al petto la figlia scopata e abbandonata dal Duca di Mantova.

Anche le formiche, nel loro piccolo...


L'indomani, Gino Cerutti avrà qualcosa da raccontare sul blog





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