Ancora una volta, l'allegato Io donna del "Corriere" odierno mi fornisce materiale interessante per qualche disamina. L'oggetto delle mie riflessioni è il filosofo Michela Marzano, classe 1970, docente di Filosofia morale e politica presso l'Università di Parigi V. Suoi ambiti di ricerca sono: il corpo umano e il suo statuto etico; l'etica sessuale; l'etica medica; gli aspetti teorici del ragionamento morale e delle norme e dei valori che possono giustificare una condotta.
Nel numero odierno della rivista, Marzano è fatta oggetto di un "mini questionario Proust", a cura di Paolo di Stefano. Vi riporto qui sotto il questionario e le risposte di Marzano. In diverso carattere e colore metto qualche mia considerazione.
Il tratto principale del suo carattere?
La tenacia.
Capirai: una grande novità. La donna che si è fatta da sola. La donna che non deve chiedere. Mai.
Ma ci sarà mai una donna di successo che dia alla lettrice media una possibilità, una scorciatoia, un'idea, qualcosa insomma in cui identificarsi e che la faccia sentire potenziale artefice del proprio destino senza sentirsi presa per il culo? Forse che tutte le donne hanno nel loro DNA la possibilità di diventare docenti universitarie a Parigi solo con la tenacia?
Perché, tanto per cambiare, non c'è qualcuna che a questa domanda risponde "il culo"? Magari non è vero, ma consolerebbe molto le lettrici di Io donna
La qualità che preferisce in un uomo?
La dolcezza.
Ma proprio a nessuna piace il trucidone bifolco rifatto palestrato con le ascelle depilate e le mutande aderenti col pacco in bellavista come un salmone in gelatina? No? E allora come mai è il fenotipo sessuale talmente rappresentato da diventare archetipico? Siamo ancora fermi alla profondità dello sguardo per descrivere l'attrazione sessuale? Pensavo che queste fossero puttanate maschili: almeno io ammetto di guardare per prima cosa in una donna il culo
E in una donna?
La dolcezza.
Splendida risposta, che fa ripiombare la questione femminile in epoca oscurantista antecedente persino alle suffragette. Chissà se, oltre a essere dolce, la donna deve essere anche tenace come lei!
Il suo migliore amico?
L’uomo con cui vivo.
Ho chiesto a mia moglie se io sono il suo migliore amico e mi ha riso in faccia, aggiungendo epiteti non ripetibili. Può un uomo essere il migliore amico di una donna, per di più filosofo? Mai e poi mai. A meno che lo stoicismo - inteso come corrente filosofica - non sia fonte per la donna filosofo (ma solo per lei) di atarassia catastematica per sopportare un uomo che rutta, scoreggia, russa come un mantice, lascia in giro pedalini e mutande sporche, non sa dove trovare le cose che lo guardano in faccia dai ripiani degli armadi e dai cassetti, non sa fare la spesa senza comperare un mucchio di cazzate di cui nessuna casa avrà mai bisogno, non sa nemmeno dove sia la scuola dei figli, passa la sera inchiodato davanti alla televisione almeno per il tempo necessario ad addormentarsi come un tasso e, sulla spiaggia, si trincera dietro alla Gazzetta dello Sport
Il suo principale difetto?
La cocciutaggine.
Ohlalà! (come si direbbe in quella Parigi in cui Marzano vive e lavora): ecco la domanda più rappresentata nelle riviste femminili, a cominciare da quelle per ragazzine prepuberi sino a Cosmopolitan. "La cocciutaggine" è proprio la risposta più frequente: è un difetto, ma fa simpatia, specie se abbinata alla tenacia che, infatti, è stata la prima risposta di Marzano. La donna moderna sa trasformare i vizi in virtù emancipatorie. La variante peggiorativa è "la testardaggine". Esiste poi un'altra possibile risposta a questa domanda, e un po' mi dispiace che Marzano non ci abbia pensato: "Sono troppo sincera", sottintendendo che l'incapacità di mentire la rende una donna troppo sola. E per questo è anche una donna che piange, perché è troppo sensibile. Il che ci porta direttamente alla questione seguente
L’ultima volta che ha pianto?
Un quarto d’ora fa.
Siamo onesti: un bel pianto catartico non esibito ma raccontato fa fine e non impegna. Per cosa piange la donna filosofo? Per le sorti dell'umanità? Per il VHS di "Luci della ribalta" appena rivisto? Per il réportage dello sfruttamento del lavoro minorile in Pakistan? Oppure per la mattanza dei tonni a Carloforte? Nessuno lo sa ma, comunque sia, l'uso sapiente delle lacrime è sempre un'arma invincibile per qualunque donna, filosofo o no
Il giorno più felice della sua vita?
Ogni giorno ha un’ora di felicità.
E se non è filosofia questa...
Autori preferiti?
Hannah Arendt, Cesare Pavese, Eugenio Montale.
Hai capito? Mica Michael Crichton o JK Rowling. Quest'anno sulla spiaggia di Celle Ligure ho visto fior di intellettuali che leggevano "La banalità del male" e "Ossi di seppia". Io che, per parte mia, nella mia vita ho fatto qualche discreta pensata, mi sono fermato a Simenon; in questo momento sto leggendo "Il fidanzamento del Signor Hire", e in comoda traduzione italiana. Io non sono un filosofo: che lo si sappia
Attore e attrice preferiti?
James Cromwell e Meryl Streep.
Quella della Streep è, ovviamente, una scelta obbligata e non mi meraviglierebbe se il filosofo ne apprezzasse la crudeltà espressa in "Il diavolo veste Prada". Mi spiazza invece la scelta di James Cromwell, simpatico caratterista che ha guadagnato una modesta popolarità con il ruolo di Mister Hoggett, il proprietario di "Babe maialino coraggioso": desiderio inespresso di ritorno a valori bucolici? Singolare.
Le sue pari età - o di poco più vecchie - si fermano alla faccia da schiaffi di Brad Pitt, o alle ambiguità di Johnny Depp, per tacer di George Clooney, auspicabilmente gay da ricondizionare
La canzone che fischia più spesso sotto la doccia?
Ne me quitte pas.
Certo. Come no.
Provate a fischiare "Ne me quitte pas", anche non necessariamente sotto la doccia: è impossibile. Nemmeno Juliette Greco sarebbe arrivata a tanto! E' più facile cantare l'Inno alla gioia della IX di Beethoven, magari fischiando una a una le parti orchestrali compreso l'ottavino e il controfagotto. Ma "Ne me quitte pas" è impossibile! E poi... Vi immaginate l'amico-compagno che entra in bagno mentre la compagna è sotto la doccia? Magari la vede in trasparenza e gli viene... l'ispirazione e la sente fischiare "Ne me quitte pas": non vi viene da pensare a Elio e alla sua invocazione alla cubista in "Fossi figo"?...
Il dono di natura che vorrebbe avere?
La pazienza.
Non si era detto che era tenace? La sua allora è una tenacia precox, la sveltina della determinazione morale, la fellatio della caparbietà
Il regalo più bello che abbia mai ricevuto?
Il perdono di un amico.
Dio, questa m'ha fatto impazzire.
Ne ho dedotto che il suo miglior amico - il suo compagno, of course - anziché regalarle quei due carati di diamanti che fanno diventare matte tutte le donne non-filosofo, le regala il ben più economico perdono. Sì, per la spudoratezza esibita nelle interviste
Le colpe che le ispirano maggiore indulgenza?
Pigrizia e golosità.
E questa è l'unica cosa che mi sento di condividere.
Manca, a dire il vero, la domanda che avrebbe sballato tutto: Una battaglia da combattere?, la cui risposta obbligata sarebbe stata, ovviamente, "La pace nel mondo", il che avrebbe assicurato a Marzano un posto fisso alla prossima edizione di Zelig, con Claudiano, al posto di Katia e Valeria
Questa Marzano, sulla cui sincerità ognuno è libero di esprimere il proprio giudizio, fa il paio - quanto ad attendibilità come modello femminile - con la Monica Bellucci di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, che ha fatto un figlio a 45 anni perché "ha voluto farlo".
A questo punto proporrei ai redattori di Io donna di lasciar perdere questi modelli impraticabili di femminilità e di passare decisamente ad altro: un'intervista a Rocco Siffredi, per esempio. Uno cioè che le donne le prende per il culo tanto quanto (anzi, di più, se consideriamo che lui lo fa nel senso fisico del termine), ma almeno lo fa con professionalità.
Proponiamo di seguito "Ne me quitte pas" cantata dal suo autore, Jacques Brel, cosicché ognuno possa vedere quanto sia fischiabile la canzone sotto la doccia:
Proponiamo invece adesso "Fossi figo" di Elio e le Storie Tese (con l'amabile partecipazione di Gianni Morandi), a nostro modesto avviso molto più proponibile per la stessa finalità:
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