martedì 3 giugno 2014

Come un fungo velenoso


"Le manifestazioni cliniche cui andò incontro il paziente Luca Ernesto Olivotto durante la degenza nella struttura 'Universal Hospital Group' di Tirana sono riconducibili agli effetti della somministrazione di bicarbonato di sodio". E' quanto scrivono i consulenti della Procura di Catania, delegati dal pm Attilio Pisani della Procura di Roma, titolare delle indagini sulla causa che ha determinato il decesso di Luca Olivotto, il giovane 28enne che si ricoverò nell'ottobre dello scorso anno presso la Universal Hospital Group di Tirana su indicazioni di Tullio Simoncini, l'ex medico, radiato da vent'anni, secondo il quale il cancro è un fungo da debellare con infusioni massicce di bicarbonato di sodio".
Il fungo sarebbe la candida albicans; Simoncini sarebbe arrivato a questa geniale conclusione osservando il colore biancastro di alcuni tumori ma, per sua stessa ammissione, senza nemmeno cercare un'ifa in nessun tumore.
La notizia - che ho sentito questa sera al telegiornale - mi ha colpito.
E' da un po' che sono attivo contro le bufale agghiaccianti che girano nell'universo alternativo e incontrollato dei bassifondi della Rete.
Vaccini - nella migliore delle ipotesi - totalmente inutili; forse anche dannosi; sicuramente governati da interessi finanziari delle Multinazionali Farmaceutiche e dei medici prezzolati.
Chemioterapie assassine che curerebbero il 2.5% dei pazienti che vi si sottopongono (questa era talmente pesante che l'ho denunciata al mio Ordine dei Medici).
Il cancro può essere guarito con una bella dieta vegana.
Il cancro può essere guarito da una bella dose di bicarbonato. Questa, fra tutte, è particolarmente agghiacciante. Cito dal sito pilastridiluce.net, gestito da tale sedicente Iside: "Il bicarbonato di sodio applicato ai tumori alla fine li fa scomparire rapidamente, che molti dei trattamenti chemioterapici attualmente includono bicarbonato di sodio, con la scusa che “aiuta” a proteggere i reni, il cuore e il sistema nervoso del paziente è un dato di fatto. Ed è stato già stabilito che la somministrazione di chemioterapia senza bicarbonato può uccidere il paziente. Così , quando sentiamo parlare sui “successi” della chemioterapia è proprio il bicarbonato di sodio che agisce, non solo per fermare metastasi ma anche per ridurre al minimo gli effetti collaterali dannosi della tossicità chemioterapica"

Nella testa di una persona ammalata, si formano immediatamente due pensieri: 
  1. Il bicarbonato guarisce il cancro perché lo dice Facebook
  2. Più ne prendo, prima guarisco
  3. Quando sono guarito, denuncio i medici bastardi che non me lo hanno voluto dare
Ed ecco che il poveretto parte per il viaggio della speranza e si ferma al punto 2, perché il guru gli fa sette flaconi endovena o intra-arteriosi (qui la vulgata non è chiarissima) di bicarbonato e il paziente muore di alcalosi metabolica.

E adesso vi aspetterete il solito pistolotto contro l'ignoranza della gente che, invece di consultare i medici, si fa un giro su Internet con lo stesso spirito con cui prima leggeva la Garzantina medica.
E invece no: faccio il mea culpa, a nome e per conto della mia categoria.
Credo che la colpa di questa tragedia sia soprattutto dei medici. Categoria di cui - sia detto apertis verbis - NON fa parte Tullio Simoncini.

Adesso, non metterebbe nemmeno conto di parlare di questo impostore: un ignorante agghiacciante, un turlupinatore, un balordo criminale che ha già condanne penali alle sue spalle, oltre a una radiazione dall'Ordine dei Medici di cui faceva parte.
Il problema, paradossalmente, non è lui: lui è come il Mago Otelma, campa sulla credulità di persone disperate che accetterebbero qualunque cosa pur di non soffrire, per sentirsi dire una parola buona, una promessa. Lui cresce come un fungo velenoso su un humus marcio, sul putridume di una disperazione aggravata dall'incomprensione. 
E' come un'Amanita Phalloides: cresce, si espande, sembra bello, ma è mortale. Spande il suo veleno perché solo questo sa fare.
La colpa però è sua fino a un certo punto.
La colpa è di chi va a cercarlo, affidando a questo miserabile impostore la propria vita o quella dei propri cari.
La colpa è di chi lo lascia parlare, senza zittirlo e soprattutto senza offrire un'alternativa parimenti credibile.
Quindi, in definitiva, la colpa è di noi medici, quelli veri, quelli come noi che lottano ogni giorno contro il cancro in modo serio, scientificamente attendibile, facendo ricerca e pubblicando i risultati.
La colpa è nostra che non siamo in grado di dare al nostro lavoro una dignità anche solo lontanamente paragonabile a quella millantata da un miserabile che spara cazzate agghiaccianti e le diffonde attraverso blog e social forum; e lo stesso concetto valga per tutte le vaccate veicolate contro i vaccini.
Se noi non siamo in grado di farci capire, se bastano le stronzate di un social forum a creare aspettative che nessuno ha voglia di smentire molto spesso solo per pigrizia, è giusto che i pazienti facciano il viaggio a Tirana in cerca di una speranza che noi non siamo stati capaci di dar loro.