giovedì 19 aprile 2012

Muri alti

Muri alti.
Lo spazio è grande - anche se più piccolo di come lo immaginavo - e affollato.
Gente che va, che viene, che parla in mezzo. Annoto rapidamente un messaggio per Vittorio: regna sovrano il chiasso e l'indifferenza. C'è un'atmosfera da mercato rionale, solo un po' più raccolto.
I giovani uomo e donna che mi accompagnano in questa strana esperienza mi dicono che poi, quando arriveremo al dunque, ci sarà un po' più di silenzio.
Un po'.
A un certo punto l'uomo là in fondo, al centro del tavolo, sullo scranno, pronuncia il mio nome. 
Mi sorride, incoraggiante, mentre ripete il mio nome per intero: Pietro Francesco Bagnoli. Ha i capelli grigi, ma sembra giovane. 
La gente intorno a me sembra indifferente mentre mi faccio avanti, a fatica.
Sono stranamente tranquillo mentre guardo chi mi ha chiamato in faccia, a braccia conserte, a collo dritto e a viso aperto.
Ne avrò di cose da dire, qui dentro, in questa stanza dai muri alti, piena di riflessi verdi, in cui tante parole si sono spese e tanti destini si sono consumati, adesso anche il mio.
Sono tranquillo, ma mi sento un pesce fuor d'acqua, in un mondo che non è il mio, davanti a quest'uomo sorridente che ha in mano la mia vita, la mia rispettabilità, il mio nome.
Il mio nome per intero

domenica 15 aprile 2012

Localizzazione politica

Nonostante la giornata di pioggia, la domenica odierna il mio paesello fiorisce di baracchini di partiti in vista delle prossime elezioni amministrative. 
Merita un sentito plauso per il coraggio (o per la faccia come il culo) quello della Lega Nord che - sarà un'illusione ottica, sarà per colpa della pioggia, non saprei dire - sembra di un verde più slavato, e comunque raccoglie intorno a sé solo due o tre persone, una sola delle quali ha la "Padania" sotto l'ascella. 
Non riscontro peraltro folle nemmeno intorno ai baracchini dei partiti tradizionali. I vecchi scudicrociati, falciemartelli, rosanelpugno e altra paccottiglia analoga che una volta, quand'ero piccolo, raccoglievano folle di tutto rispetto intorno ai loro poster e tazebao, oggi scoloriscono sotto la pioggia battente: nessuno ci crede più, nessuno li vuole. La gente tradita da promesse mai mantenute, da soldi rubati anche dai partiti che più erano radicati sul territorio, abbandona la politica militante o simpatizzante scegliendo tre possibili destinazioni:
  1. l'astensione nuda e cruda, pericolosissima ma inevitabile
  2. il qualunquismo di raggruppamenti di bassissimo profilo (come il movimento di Beppe Grillo)
  3. i movimenti locali
Di queste destinazioni quella che mi sembra più interessante è la terza.
Solo nel mio paesello ci sono almeno tre liste locali, che inalberano sui poster facce di gente comune di cui si precisa - come valore aggiunto - la provenienza e la professione. La provenienza deve essere rigorosamente locale; la professione non deve avere nulla a che spartire con la politica.
Poi, si capisce: ogni lista locale ha una sua collocazione vagamente ideologica, ma questo non arriverà a far sì che la lista locale possa avere una valenza nazionale: e questo potrebbe essere l'unico vero limite di un'operazione del genere.
In altre parole: ben vengano le liste locali - specie in contesto di elezioni amministrative - se servono a risvegliare un minimo di interesse politico nella gente sfiduciata; ma per arrivare a una ridefinizione di un ipotetico panorama politico di più ampio respiro occorrerà ben altro: a livello nazionale, i movimenti locali non sono mai spendibili.

C'è quindi un solo sistema per far sì che la gente recuperi fiducia nella politica nazionale svilita, oltraggiata e stuprata dai suoi protagonisti: è quello di dare un senso ai sacrifici che vengono continuamente richiesti ai contribuenti ormai spremuti al di là di ogni sopportazione. Il mezzo per ottenere questo scopo non è l'appello di Napolitano a pagare le tasse: è l'abrogazione dei rimborsi elettorali, lo schifoso escamotage con cui sono stati mantenuti in vita i finanziamenti pubblici abrogati con il referendum del 1993.
Quest'abrogazione - ormai assolutamente indifferibile, almeno se si vuole rendere credibile e accettabile l'ulteriore quotidiano aggravio fiscale inventato dal Governo con la scusa di salvare l'Italia - porterà come conseguenza il fatto che chi vuole guadagnarsi il finanziamento volontario da parte di militanti e simpatizzanti, dovrà prima guadagnarsene la fiducia lavorando, dimostrando sul campo la propria onestà, stando in mezzo alla gente, rimboccandosi le maniche, parlando la stessa lingua come faceva, una volta, il vecchio PCI.
O come faceva la Lega - che vanta la stessa educazione sentimentale - prima che il suo leader Umberto Bossi, ex rivoluzionario comunista del "Manifesto", si trovasse a farfugliare su quei delinquenti che gli hanno restaurato la casa a sua insaputa