martedì 17 agosto 2010

Luce


Nella spasmodica ricerca di una meta per sfuggire alla routine casa-spiaggia-casa-spiaggia-casa, oggi mi sono imposto riguadagnando nella gerarchia famigliare quel ruolo che - a regola - non dovrebbe competermi e ho proposto la fantozziana gita fuori porta. Scartate le mete più appetibili come le Cinque Terre (troppo lungo e difficile arrivarci, specialmente in alta stagione) e la Costa Azzurra (perché i francesi ci stanno pur sempre sulle balle), abbiamo optato per un Acqui Terme e Sassello. Quindi, riuniti moglie, figlio e bassotto, e aggregata all'allegra brigata la dolce Lara dagli occhi verdi, siamo partiti via Ovada per la località termale vicina ad Alessandria.

Sarò sintetico sull'aspetto coreografico-paesaggistico: Acqui è la più classica delle cittadine termali, con tanto di Fonte Bollente che eroga acqua in ragione di 560 litri al minuto a 74.5° C; dicono che anticamente vi venivano immersi i bimbi neonati: chi sopravviveva veniva chiamato "Scottato". Su è giù per i saliscendi sono arrivato alla Cattedrale, nel più puro stile ligure (Acqui è sul territorio di confine con la regione delle mie vacanze), e lì mi sono fermato, colpito da un annuncio: il 25 settembre Chiara "Luce" Badano verrà proclamata Beata.
Chi era? Incuriosito mi sono fermato a sfogliare qualche libercolo, dopodiché mi sono attaccato all'iPhone per qualche ragguaglio supplementare, trovando questo sito. Chiara, nata nel 1971, morì nel 1990 per un osteosarcoma metastatico. Il suo grido di battaglia è stato: "Se lo vuoi Tu, Gesù, lo voglio anch'io"; e dicono che molti si siano riaccostati alla fede stando solo in sua presenza.
Ora, credo che sia davvero arduo ai nostri tempi, in un mondo così difficile, proporre un modello di questo genere, tanto più per chi credente non è, o per chi è provato davvero dalle vicende quotidiane e non ha né voglia né tempo di confrontarsi con un modello di questo tipo: abbia tutta la mia laica comprensione. Vado provocatoriamente oltre: si potrebbe quasi obbiettare che è facile essere santi quando non si ha niente di meglio. Chiara Badano, consapevole portatrice di una malattia dall'esito segnato già al momento della diagnosi, è facilmente santa perché la vita non ha nulla di meglio da offrirle.
Il problema è: cosa intendiamo per "meglio"?
La nostra vita quotidiana, fatta di un lavoro che diventa la mèta stessa della nostra esistenza?
Una serie di esigenze di secondo piano (prevalentemente di tipo consumistico) che diventano imprescindibili puntelli del nostro confort?
Gli egoismi e le meschinerie quotidiane che ci fanno vivere i rapporti con chi ci circonda all'insegna della ripicca, della vendetta di basso profilo, dell'attesa fremente del fallimento altrui?
Se queste esigenze sono ciò che noi mettiamo alla voce "meglio", è ovvio che Chiara - anima semplice, innamorata della vita e degli uomini, con una spiccata predilezione per i diseredati - abbia avuto gioco facile nella scelta; e, a onor del vero, c'è da dire che Chiara aveva già scelto la sua strada molto prima di scoprire la malattia che poi se l'è mangiata viva.
Chiara è un'eccezione?
In realtà non so rispondere. I malati con cui mi confronto ogni giorno, persone spesso meravigliose cui voglio bene per il modo stoico e sorridente con cui sopportano guerre con la malattia che qualche volta superano il decennio (ho un esempio particolare in mente), per lo più non hanno la vocazione dei santi, sono assolutamente attaccati ai loro valori terreni senza il bisogno di una trascendenza da cui non si sentono attratti, eppure riescono ad essere degli esempi umani inimitabili anche nella luce di un laicismo che ha una valenza simbolica ricca di verità e calore umano. E, con questa considerazione, la mia domanda si arcua come un infinito punto interrogativo ed è destinata a rimanere senza risposta.

Lungi da me l'idea di trasformare questo blog in una rubrica agiografica. Ma oggi, passeggiando per il meraviglioso entroterra ligure da Acqui sino a quella Sassello che ha visto nascere Chiara, mi sono trovato a riflettere su quelle cosucce che mi piace definire i Massimi Sistemi del Mondo e Oltre. Senza essere manicheo, so che non rinuncerò a nulla di quelle cose che anch'io ritengo indispensabili al mio benessere, perché non sono un santo; e tuttavia, in qualche modo, lo sguardo di Chiara mi ha rasserenato.
Chi l'ha amata, l'ha chiamata con il soprannome "Luce"

1 commento:

  1. Per evitare di peggiorare l'ustione solare ed evitare il caldo africano io ho scelto di farmi venire l'influenza. Una soluzione a costo zero pratica e per tutte le stagioni- oltre che latitudini!!!!! Pensaci, non ho incontrato beate...
    Xy

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