L’afa che torna lentamente ad installarsi sopra il mio cielo nascosto dagli ulivi.
Il disperato frinire delle cicale impazzite dal caldo.
Mario Cavaradossi che canta il proprio amore pazzo e disperato per Tosca, in attesa nonostante tutto consapevole dell’ultimo inganno di Scarpia.
Il mio MacBook che accoglie con silente, serena sopportazione e in egual misura le mie parole e i miei dischi.
Maigret che fuma Semois nero e forte nella pipa ingrommata sotto la pioggia livida che dilava una Parigi dolente.
Me stesso sbranante una focaccia grondante olio ligure, immortalato e partecipato su Facebook.
La voce che torna lentamente, ma non così la voglia di cantare.
L’iPhone che, col suono tintinnante ed argentino denominato “Rintocco” che tanto mi piaceva sino ad una settimana fa, mi porta pensieri che vorrei accantonare ancora per un po', solo per un po', non chiedo molto, no?...
E non ho amato mai tanto la vita
Vedi -ganzo!- basta un commento e si riallacciano fili forse mai interrotti.
RispondiEliminaTi ho già detto un formale (ma mica poi tanto) "grazie" su facebook. Qua ti leggo e ti riconosco.
Mari'
Sono sempre quello, Marilisa. Non sono cambiato. Forse un po' invecchiato, questo sì. Ma sono sempre quello. E ti voglio sempre bene
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