mercoledì 28 luglio 2010

Essere perno

L’idea del perno è quella di qualcosa intorno a cui gira tutto.

Ogni tanto a tutti quanti noi capita di essere “perno”: è normale, no?

Se – come capita nel mio caso – sei un po’ avanti negli anni e gli altri sono più giovani di te, è ovvio che ti riversino problemi di vario genere grado sperando che tu li risolva, o che comunque tu dia indicazioni per trovare la strada giusta.

Se sei un medico – sempre come si dà nel mio caso – è normale che i pazienti aspettino da te la parola definitiva, quella che tolga tutti i dubbi e le preoccupazioni.

Pazienza se tu stesso non hai le idee chiare, o se la medicina – oltre a non essere esatta – forse non è nemmeno una scienza. Parole di Karl Popper, mica cotica.

Pazienza se tutte queste cose accadono preferibilmente prima delle vacanze, quando sei stanco morto, quando tutti gli altri “perni” sono a loro volta in qualche posto esotico.

Pazienza se hai già spiegato le cose a dodici persone di una stessa famiglia che, evidentemente, negano con la loro stessa esistenza il Principio di Comunicazione fra Congiunti: arriverà comunque il tredicesimo elemento che, sentendosi escluso, cercherà di avere l’esclusiva della spiegazione e chiederà di te. O meglio: non di te come tale, ma come “perno”.

E che dire poi dei colleghi più giovani?

Si dà il caso di una dottoressa che ha dieci anni meno di me e che mi riversa addosso una situazione mal gestita. Io individuo un paio di possibilità di cui vorrei farle carico, non perché lei abbia la colpa della mal gestione, ma perché lei ha il tutoraggio della paziente e perché io l’indomani non ci sarò.

Risposta della dottoressa: “Nemmeno io”.

E se ne va, lasciandomi leggermente allibito.

Il ruolo del perno è difficile e per lo più ingrato.

Molte volte non lo richiedi: ti viene cucito addosso. Non è difficile: basta usare una frase come quella coniata dal mio Primario che sorride sotto i baffi, mi appoggia la mano sulla spalla e mi dice: “Pietrone, ci pensi tu?...”

Ma soprattutto il ruolo del perno è stancante, e tanto.

Le soddisfazioni, se pure, sono scarse; e, soprattutto, sono ingannevoli: la tua idea di essere un problem solver è strettamente correlata a quello che gli altri vogliono che tu sia. La tua investitura a perno ingenera nel tuo prossimo l’idea che tu sia disponibile sempre e comunque a risolvere qualunque genere di problema. Alla fine è una gran rottura di scatole, e basta.

È in momenti come questi che desidero starmene per i cavoli miei, a leggere, scrivere e ascoltare musica. Come oggi, putacaso.

E bere caffè, che così poi non dormo.

E a sognare di fumare quel toscanello al caffè che l’altro giorno mi ha fumato in faccia RR, nel suo studio


3 commenti:

  1. La canzone che ho allegato non c'entra niente con l'argomento del post. Ma mi piace e l'ho messa per questo.
    Vorrei essere in Sicilia, in questa Sicilia raccontata da Giuni Russo e Franco Battiato.
    Sono in credito con la Sicilia, e prima o poi riscuoterò...

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  2. Carissimo bagnolissimo,essere un perno è nel DNA di una persona, che ispira fiduciasia sul piano umano che tecnico.Rassegnati, come ho fatto anche io.
    Certamente è una situazione stancante : si dà molto di più di quanto si riceva, ma c'è poco da fare.
    Cotraggio e avanti tutta Pietrone
    con simpatia Piccarda -.Milady

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  3. Grazie amica mia! Ma adesso sono in vacanza e mi posso rilassare! Grazie per leggermi sempre!...

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