martedì 24 marzo 2009

La Golia del Prof. Minari


Appassionato come sono delle varie manifestazioni in cui l'essere umano dà il peggio di sé, è ovvio che segua con discreto interesse il gran finale di quella kermesse che è "Amici" di Maria De Filippi. Non tanto per la trasmissione in sé - peraltro astuta e ben fatta quanto a quello che si prefigge - quanto per le ripercussioni che detta trasmissione ha sul quotidiano. Infatti, al di là della banale constatazione che il vincitore dell'anno scorso - il piccolo putto di Cagliari Marco Carta - è anche colui che ha vinto il Festival di Sanremo di quest'anno, c'è da rilevare che il taglio della trasmissione permette di cogliere un interessante spaccato di come la gioventù odierna si rapporterebbe agli adulti, specie se detti adulti si pongono nel ruolo di insegnanti. E qui è necessario mettere qualche piccolo distinguo.

La settimana scorsa, in uno sprazzo di lucidità (di solito mi addormento sul divano dopo ben 10 minuti di trasmissione) ho colto un'interessante querelle fra il personaggio più odioso di quest'anno - tale Valerio, dai boccoloni neri, aspirante cantante, anch'egli sardo - e una delle docenti, di nome Grazia Di Michele, di professione cantante, da lui apostrofata come "buffona". Ora, anziché tirargli un calcio nel culo e fargli fare un volo plastico fuori dalla trasmissione, ci si sono messi tutti a sollevare una serie di distinguo mentre il ragazzotto - novello Franti - continuava ad esibire la faccia da schiaffi che tanto manda in visibilio le ragazzine. Tutti tranne uno(a), ad onor del vero: Mauro Coruzzi, in arte Platinette, regina della Drag Queen italiane, dotato(a) di moltà più dignità rispetto alle mezze figure che popolano queste trasmissioni.
Comincio ad essere sufficientemente vecchio da guardare con un po' di irritazione questi ragazzini che mancano di rispetto agli adulti; ed è facile per me fare il paragone con gli studenti di medicina, che arrivano al briefing mattutino con tutta la calma dell'universo (ne ho cuccati un paio che si dicevano "Tanto per un quarto d'ora di ritardo non muore nessuno") e che danno del tu ai vecchi, cosa che io - ai tempi - mai e poi mai mi sarei permesso, tanto più ad un Aiuto, figura pressoché inavvicinabile. Ti danno del tu, dicevo: in compenso non sanno una fava, ed è facile fargli abbassare le orecchie sottoponendoli ad un fuoco di fila di domande di anatomia e fisiologia che danno al piccolo arrogante di turno l'esatta misura dei quintali di merda che dovrà ingoiare prima di potersi ancora lontanamente rapportare al proprio interlocutore. Il vecchio capitano Billa, della Caserma "Cesare Battisti" di Trento, avrebbe detto: "Missile banfante! Sei qui da ieri con decorrenza domani e hai anche il coraggio di parlare?".

Ma chi mi piace maggiormente ricordare in questo momento è il Prof Paolo Minari, insegnante di Educazione Fisica alla fine degli Anni Settanta al Liceo Ginnasio Carducci di Milano. Me lo ha fatto tornare in mente il sito www.carducciani.org che presenta, fra le altre cose, un ricordo di questo straordinario educatore: il miglior preparatore atletico che abbia mai conosciuto, e faceva lezione in giacca e cravatta! Ve lo posto preciso:

"Quarta ginnasio. Prime lezioni. Il professore di ginnastica è ancora per me un emerito sconosciuto.

Per creare una sana competizione il professore propone una gara a cronometro sul più veloce alla pertica.
"Primo premio .... UNA GOLIA" che tira fuori dalla tasca e alza come il prete con l'ostia.

Evidentemente mi scappa un sorriso perchè lui mi si avvicina, fissa i suoi occhi nei miei a distanza di dieci centimetri e mi sibila: "Quando tu vincerai una mia Golia potrai dire di essere un uomo, non prima!".
Abbasso gli occhi, tento di vincere quella golia ma non ci riesco.
Ne vinsi solo una in cinque anni, mi sembra in seconda liceo.

Altro episodio: nello spoglatoio, dopo una lezione faticosa in primavera inoltrata. L'aria è resa olfattivamente "pesante" dai sudori sportivi. Il prof, si mette a girare per lo spogliatoio spruzzando uno spray dedodorante gridando "Lavatevi al mattino, anche dove il prete dice di non toccarvi!".
Era fatto così!

Altro piccolo flash:
Quando individuava un "bullo" in una classe, lo ridimensionava agli occhi della intera classe proponendo ai ragazzi una gara con il "bastone di Jeagher": si trattava di tenere a braccia tese avanti al petto una sbarra di ferro del peso di pochi etti; all'inizio pesava oggettivamente solo qualche etto ma via via .... il peso diveniva insopportabile per una nota legge della fisica.
Il "bullo" ricorrentemente perdeva, spesso di fronte ad un ragazzo mite ma di carattere (quello vero).

Erano i suoi metodi, che venivano dal buon senso e da un grande amore per i suoi ragazzi.

Gabriele Montella, maturità 1966, sezione A"

Personalmente non mi ricordo di aver vinto una Golia, ma un pezzetto di quello che sono lo devo anch'io a quel personaggio che, ci fosse ancora nelle nostre scuole, avrebbe fatto strame di questi bambolotti arroganti ed ignoranti. "Amici" di Maria De Filippi non è sicuramente un modello di istituzione scolastica, ma riconosco nei suoi frequentatori molti degli studenti con cui mi confronto io e cui mai e poi darei la Golia del Prof. Minari.
Avete così da correre, ragazzi...

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