Due elementi di questo fine settimana riportati dal TG serale attirano la mia attenzione:
- la solita serie di incidenti stradali ormai tristemente noti come "Le stragi del sabato sera". Gli ingredienti sono sempre gli stessi: rincoglionimento in discoteca sino alle 4-5 del mattino e oltre, un bel cocktail di coca e alcol a velocità pazzesca sulle strade e l'idea che il Destino te la mandi sempre e comunque di culo. Non è così, posso testimoniarlo io che li vedo, a pezzi, nel Pronto Soccorso del mio ospedale quando mi viene richiesto di rimetterli insieme. E qualcuno si incazza pure se ci metto il mio tempo a farlo
- il solito bambino sbranato dai cani, in questo caso venti, randagi e ben noti alla cittadinanza locale, in quanto autori di qualche precedente agguato. Nessuno ha pensato di fermarli perché - si sa - non è mica colpa degli animali se mordono, perché gli animali non sono cattivi di loro. Stavolta ce l'hanno fatta a uccidere: tanto è bastato alle solerti forze dell'ordine locali per prenderli tutti e portarli al locale canile ove, nei prossimi giorni, saranno soppressi
Cosa accomuna questi eventi che si ripetono con sconfortante continuità?
Semplice: la prevedibilità.
Io so già di default che quando mi portano un ragazzo che si schianta in moto o in macchina alle 5 di domenica mattina, lo troverò invariabilmente imbottito di coca e di alcol. E m'incazzo, perché lo scempio di una vita presa e buttata nel cesso si sarebbe potuto evitare, ma non ci si può fare niente se non rimboccarsi le maniche e correre in sala operatoria a rimettere insieme i pezzi, sapendo che - bene che vada - non cambierà nulla.
Avevo salvato la pelle a M., una notte che si schiantò sul motorino con 4.5 di alcolemia (per capirci, già con 0.5 ti ritirano la patente). Mi ci vollero tre interventi. Aveva un bambino di un anno e una moglie che gli perdonava tutto.
L'ho rivisto un anno dopo e gli ho chiesto se avesse smesso di bere: lui mi disse di no. La bottiglia gli ha tolto la salute e la famiglia, e ancora non gli basta. Mi aspetto prima o poi di ritrovarlo sotto i miei ferri e mi domando a cosa serva tutto questo, se non sia possibile evitarlo non dandogli da bere. Sì, lo so, ci sono tanti sistemi per procurarsi la bottiglia, ma almeno non diamogli da bere tutte le volte che lo chiede. Cominciamo dalle discoteche. Facciamogliela difficile.
E' lo stesso per questi cani: sappiamo che prima o poi faranno un disastro, ma vanno protetti ad oltranza perché "non è colpa loro". Poi fanno il morto - di solito un bambino - e allora vengono soppressi.
Tanto, come dice Enrique Balbontin, son tutti finocchi col culo degli altri.
Andiamo avanti, va'
Semplice: la prevedibilità.
Io so già di default che quando mi portano un ragazzo che si schianta in moto o in macchina alle 5 di domenica mattina, lo troverò invariabilmente imbottito di coca e di alcol. E m'incazzo, perché lo scempio di una vita presa e buttata nel cesso si sarebbe potuto evitare, ma non ci si può fare niente se non rimboccarsi le maniche e correre in sala operatoria a rimettere insieme i pezzi, sapendo che - bene che vada - non cambierà nulla.
Avevo salvato la pelle a M., una notte che si schiantò sul motorino con 4.5 di alcolemia (per capirci, già con 0.5 ti ritirano la patente). Mi ci vollero tre interventi. Aveva un bambino di un anno e una moglie che gli perdonava tutto.
L'ho rivisto un anno dopo e gli ho chiesto se avesse smesso di bere: lui mi disse di no. La bottiglia gli ha tolto la salute e la famiglia, e ancora non gli basta. Mi aspetto prima o poi di ritrovarlo sotto i miei ferri e mi domando a cosa serva tutto questo, se non sia possibile evitarlo non dandogli da bere. Sì, lo so, ci sono tanti sistemi per procurarsi la bottiglia, ma almeno non diamogli da bere tutte le volte che lo chiede. Cominciamo dalle discoteche. Facciamogliela difficile.
E' lo stesso per questi cani: sappiamo che prima o poi faranno un disastro, ma vanno protetti ad oltranza perché "non è colpa loro". Poi fanno il morto - di solito un bambino - e allora vengono soppressi.
Tanto, come dice Enrique Balbontin, son tutti finocchi col culo degli altri.
Andiamo avanti, va'
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