lunedì 23 febbraio 2009

Casi quasi umani


Vengo a sapere che oggi un concorrente del Grande Fratello (non chiedetemi quale: focalizzo - per ovvi motivi - solo la tettona di cui peraltro ignoro il nome) è stato buttato fuori dalla trasmissione per essersi esposto nudo alle telecamere.
Devo dire di non essere particolarmente scandalizzato: la trasmissione non è più unica nel suo genere, essendo stata affiancata da decine di altri spettacoli (?) analoghi, anche della TV di Stato, quella cioè per cui paghiamo il canone; e a certe nefandezze ormai dovremmo esserci abituati. Ciò che invece mi lascia ancora di stucco è il ricorso sistematico a questi mezzucci pur di apparire; di fare, cioè, la figura di quello che Gianluca Nicoletti chiamava i "casi quasi umani", vale a dire una variante peggiorativa dei "casi umani" che comparivano in altre trasmissioni. L'ho già narrato sul mio sito, ma ricordo che in una selezione di partecipanti al GF si presentò un ragazzo che alla fatidica domanda: "Perché dovremmo prendere te?" rispose: "Perché so scoreggiare meglio di Fedro", alludendo al personaggio che più aveva caratterizzato la trasmissione dell'anno precedente; le cronache non tramandano se abbia anche dato prova del proprio talento alla commissione di selezione.
Eppure c'è qualcosa di laido in questo modo di apparire, di tentare disperatamente la carta di una segnalazione purchessia, anche solo per apparire più laidi di quanto già si sia, alla ricerca di una visibilità che potrà portare l'esponente (nel senso di "colui che espone") su un qualsiasi palcoscenico televisivo, magari in guisa di tronista, tanto i caratteri sessuali primari sono già stati esposti, quindi si è già a metà dell'opera.
A Sanremo hanno cantato, poco o male a questo punto non ha importanza; sul reality, l'umanità è ad uno stadio ancora più primordiale ed è forse questo aspetto che affascina ancora gli spettatori

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