Dopo tanto tempo che non prendevo più un mezzo pubblico, l'altro giorno sono stato costretto a prenderne uno - nella fattispecie un autobus - e così ho potuto osservare un po' di quell'umanità che mi colpisce sempre quando riesco a fotografarla al suo peggio.
Mentre aspettavo l'autobus, che peraltro era rigorosamente in ritardo, mi sono guardato un po' in giro, ammirando qualcuno di quei ragazzi che, per l'abbigliamento e i modi, si davano a conoscere per individui della specie dei tamarri, o zarri (parafrasando il buon vecchio Manzoni), come li chiamavamo ai miei tempi. Jeans a vita talmente bassa da permettere ai giovanotti di camminare sui loro stessi testicoli; piercing da tutte le parti; Marlboro perennemente in bocca; e, ovviamente, salivazione ininterrotta.
Quest'ultimo aspetto è particolarmente interessante: sembrerebbe infatti che i giovani di oggi, sin dalle scuole dell'obbligo, soffrano di atresia esofagea, una malattia molto grave congenita che ostruisce l'esofago e impedisce l'ingestione. Solo così, infatti, si spiega la salivazione esuberante che induce i giovani, quasi esclusivamente di sesso maschile, a produrre sputi salivosi in ragione di 1 ogni 5 secondi, in sostanza ben più di un lama o di un cobra sputatore, o addirittura a lasciar colare la saliva dalla bocca aperta direttamente sul marciapiede. Tale infatti era l'atteggiamento salivatorio del giovane che ha catturato la mia attenzione sino quasi ad ipnotizzarmi, con il ritmo quasi metronomico che aveva dato alla sua attività che gli aveva permesso di creare una piccola pozza viscida ai suoi piedi.
Non so che messaggio volesse lanciare alla comunità umana intorno a lui.
Marcare il territorio? Forse avrebbe potuto farlo con la propria urina, come facevano gli uomini di sesso maschile davanti allo Strip-Tease di fronte alla casa di via Padova ove abitavo, allorquando uscivano le protagoniste dello spettacolo, quale manifestazione testosteronica ancestrale.
Mandare segnali sessuali a due o tre pulzelle poco oltre? Si sa che il maggior problema della nostra epoca è l'incomunicabilità - Paolo Giordano ci ha fatto un libro, "La solitudine dei numeri primi", recensito da questo blog - per cui il ragazzo, che sfruttava il cellulare come un iPod, nell'evidente impossibilità di fare due cose contemporaneamente, ha preferito segnalare la propria disponibilità all'accoppiamento mediante la salivazione.
Devo dire che delle due ipotesi mi sembra più pertinente la prima, perché tutti stavano ben lontani da lui - forse anche per l'odore un po' selvatico che promanava dai suoi piedi - mentre le piccole donne per contro hanno continuato a farsi trionfalmente i cazzi loro, senza degnare di uno sguardo il potenziale stallone.
Questo, se vogliamo, era un caso un po' limite, ma sono veramente colpito dal numero di sputi che riesce a produrre un giovane medio nell'arco di un minuto. Sospetto che ci sia sotto anche un esercizio non indifferente, ma non ne sono certo per cui non vorrei esagerare.
La notizia che, come chirurgo, posso dare a questi giovani, è addirittura trionfale: se i vostri genitori non vi hanno curato l'atresia esofagea quando eravate piccoli, sappiate che non è troppo tardi e si può risolvere ancora con un intervento chirurgico che, seppure impegnativo, può dare discrete soddisfazioni! Attendo prenotazioni
Mentre aspettavo l'autobus, che peraltro era rigorosamente in ritardo, mi sono guardato un po' in giro, ammirando qualcuno di quei ragazzi che, per l'abbigliamento e i modi, si davano a conoscere per individui della specie dei tamarri, o zarri (parafrasando il buon vecchio Manzoni), come li chiamavamo ai miei tempi. Jeans a vita talmente bassa da permettere ai giovanotti di camminare sui loro stessi testicoli; piercing da tutte le parti; Marlboro perennemente in bocca; e, ovviamente, salivazione ininterrotta.
Quest'ultimo aspetto è particolarmente interessante: sembrerebbe infatti che i giovani di oggi, sin dalle scuole dell'obbligo, soffrano di atresia esofagea, una malattia molto grave congenita che ostruisce l'esofago e impedisce l'ingestione. Solo così, infatti, si spiega la salivazione esuberante che induce i giovani, quasi esclusivamente di sesso maschile, a produrre sputi salivosi in ragione di 1 ogni 5 secondi, in sostanza ben più di un lama o di un cobra sputatore, o addirittura a lasciar colare la saliva dalla bocca aperta direttamente sul marciapiede. Tale infatti era l'atteggiamento salivatorio del giovane che ha catturato la mia attenzione sino quasi ad ipnotizzarmi, con il ritmo quasi metronomico che aveva dato alla sua attività che gli aveva permesso di creare una piccola pozza viscida ai suoi piedi.
Non so che messaggio volesse lanciare alla comunità umana intorno a lui.
Marcare il territorio? Forse avrebbe potuto farlo con la propria urina, come facevano gli uomini di sesso maschile davanti allo Strip-Tease di fronte alla casa di via Padova ove abitavo, allorquando uscivano le protagoniste dello spettacolo, quale manifestazione testosteronica ancestrale.
Mandare segnali sessuali a due o tre pulzelle poco oltre? Si sa che il maggior problema della nostra epoca è l'incomunicabilità - Paolo Giordano ci ha fatto un libro, "La solitudine dei numeri primi", recensito da questo blog - per cui il ragazzo, che sfruttava il cellulare come un iPod, nell'evidente impossibilità di fare due cose contemporaneamente, ha preferito segnalare la propria disponibilità all'accoppiamento mediante la salivazione.
Devo dire che delle due ipotesi mi sembra più pertinente la prima, perché tutti stavano ben lontani da lui - forse anche per l'odore un po' selvatico che promanava dai suoi piedi - mentre le piccole donne per contro hanno continuato a farsi trionfalmente i cazzi loro, senza degnare di uno sguardo il potenziale stallone.
Questo, se vogliamo, era un caso un po' limite, ma sono veramente colpito dal numero di sputi che riesce a produrre un giovane medio nell'arco di un minuto. Sospetto che ci sia sotto anche un esercizio non indifferente, ma non ne sono certo per cui non vorrei esagerare.
La notizia che, come chirurgo, posso dare a questi giovani, è addirittura trionfale: se i vostri genitori non vi hanno curato l'atresia esofagea quando eravate piccoli, sappiate che non è troppo tardi e si può risolvere ancora con un intervento chirurgico che, seppure impegnativo, può dare discrete soddisfazioni! Attendo prenotazioni
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