lunedì 27 aprile 2009

Un giocattolo per le bambine inutili


Cito dal “Corriere della Sera” di oggi la seguente notizia:


PESHAWAR (PAKISTAN) - Uscendo da scuola hanno trovato un giocattolo, sembrava un pallone, l'hanno portato a casa, hanno cominciato a giocare. L'esplosione, violentissima, ha fatto strage. Dodici bambini, sette maschi e cinque femminucce tra i 5 e i 13 anni, sono morti dilaniati. Quattro adulti, tra cui una donna, sono rimasti feriti in modo grave.

LA DINAMICA - La tragedia è avvenuta sabato in un remoto villaggio del Pakistan nord-occidentale, Luqman Banda, in una zona montagnosa di difficile accesso, nella valle dello Swat. «Sette bambini appartenevano alla stessa famiglia - ha detto Said Zaman, funzionario di polizia del distretto di Low Dir, che ha raggiunto il luogo dove è avvenuta la strage -. Tra le dodici piccole vittime, cinque erano bambine». Il poliziotto ha spiegato che l'ordigno sembrava un pallone e i bambini l'avevano trovato vicino alla loro scuola, sembra una scuola elementare femminile, mentre stavano tornando a casa: «Quando hanno cominciato a giocare, è esploso».

LA SHARIA - Secondo Zaman, non è chiaro se si sia trattato di un «atto di terrorismo deliberato» o di un incidente. Nella zona è infatti in vigore la Sharia, la legge islamica, imposta dai talebani in seguito ad un accordo con il governo di Islamabad. Scuole femminili sono già state oggetto di attacchi, in quanto gli integralisti ritengono che l'educazione delle donne sia contraria all'Islam.


Edward Cowart, il giudice che condannò a morte Ted Bundy, lamentò proprio in particolare il fatto di aver riscontrato nel serial killer che gli stava davanti la totale mancanza di umanità, quell’umanità che magari avrebbe fatto di Bundy un celebre avvocato pronto a giocarsela davanti allo stesso giudice: e questo è forse anche più spaventoso di un mucchio di cadaveri.

È per questo che mi riesce davvero difficile commentare una notizia di questo genere: mi lascia annichilito, devastato perché constato la totale assenza di qualsivoglia traccia di umanità nei responsabili. Ecco, forse ciò che mi colpisce maggiormente non è il fatto in sé, quanto la constatazione di quanto in basso possa scendere l’uomo nella scala degli esseri viventi.

Questi trogloditi, nel nome di un Allah da essi debitamente reinterpretato a proprio uso e beneficio, non paghi di umiliare e ridurre in schiavitù le donne che, per essi, non hanno nessun diritto umano, uccidono e massacrano con l’inganno un gruppo di bambini mettendo un giocattolo esplosivo davanti ad una scuola femminile, perché la “legge di Dio” non ammette che le donne possano avere un’istruzione al di fuori delle mura domestiche.

Ali Khamenei, il supremo leader religioso iraniano, sostiene che le donne del suo paese non hanno diritto ad un’attività politica e sociale, in quanto il loro unico scopo nella vita deve essere quello di rimanere a casa, di mettere al mondo i bambini, allattarli, crescerli ed educarli (Wikipedia); e, alla luce di quello che affermano i Talebani sul tema, dobbiamo ritenere che la visione di Khamenei sia in un certo qual modo illuminata.

L’idea dei Talebani va oltre: prevede infatti la proibizione del lavoro femminile e l'esclusione delle ragazze da qualsiasi forma di istruzione. Alle donne viene negato il trattamento ospedaliero per impedire il loro contatto con medici e personale ospedaliero di sesso maschile; meglio essere prudenti, hai visto mai che qualche medico voglia concupire una paziente.

Ma non è tutto, evidentemente. Il lassismo pericoloso che, evidentemente, sta invadendo anche il mondo islamico, induce i fedeli affidabili ed ortodossi a vendicare l’onta.

Voi mandate a scuola le vostre figlie? Noi le facciamo saltare per aria. Se per una malaugurata ipotesi dovessero sopravvivere, comunque non potranno più tenere in mano una penna. È già qualcosa, no?


Di tutti gli orrori che l’uomo può inventare, quello dei giocattoli esplosivi è il peggiore: prima di tutto perché l’oggetto di questa turpitudine è un bambino innocente, in secondo luogo – e questo è un particolare che rende il tutto ancora più disgustoso – perché la violenza viene fatta con l’inganno. Un bambino, per lo più povero e in un paese in guerra, si imbatte in un giocattolo, forse il primo che vede nella sua vita, e questo gli esplode fra le mani, uccidendolo o mutilandolo.

Perché?

Perché un bambino ucciso o mutilato oggi, domani non potrà imbracciare il fucile?

Perché si eliminano un po’ di esseri inutili per la società, come giustappunto le future donne?

Perché si demoralizzano gli avversari?

Oppure perché lo chiede Allah, che al coraggioso autore dell’audace gesto regalerà dopo la morte (speriamo molto presto) il solito esercito di vergini?

Comunque la si rigiri, io non riesco a trovare una ragione plausibile per tutto il male fatto in questa maniera, che abbassa l’autore dell’atto ben al di sotto dell’ultimo gradino di un’ipotetica scala di esseri viventi.

È uno di quei pochi casi in cui la pena dovrebbe perdere le sue caratteristiche di mezzo di recupero sociale, per assumere i soli connotati di vendetta

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