mercoledì 15 aprile 2009

Svizzera


Fresco reduce da Zurigo, ove mi sono recato con la famiglia per festeggiare i 15 anni di matrimonio (e non solo, ma ne parlerò più diffusamente sul mio sito operistico www.operadisc.com, cui rimando gli eventuali interessati), mi viene spontaneo fare qualche considerazione che potrà sembrare facile e scontata, ma che non lo è affatto ed è anzi dolorosa.
Zurigo è una città bella, ma non più (anzi, molto meno) di tante altre città italiane per le quali andiamo giustamente famosi, come Roma, Firenze o Venezia.
Ci sono alcuni bei monumenti e musei, come il Museo Nazionale Svizzero, o quello di Arte Orientale nella Villa Wesendock, o chiese splendide come la Grossmunster - centro di riferimento per la Riforma svizzera di Zwingli - o la Fraumunster, con le vetrate di Marc Chagall.
L'orologio della Peterkirche, con i suoi 8.7 metri di diametro, è il più grande d'Europa e la campana maggiore, accordata in la bemolle, pesa oltre 6 tonnellate. Sono dati interessanti, ma mi rendo conto che potrebbero arricchire il capitolo "E chi se ne frega" della vita di chiunque non faccia il campanaro.
C'è anche una stazione ferroviaria di una bellezza da cartolina; oddìo, i cazzoni ci sono anche lì come in qualunque stazione del mondo, ma sei portato a credere che tutto scompaia di fronte alla realtà inconfutabile che in Svizzera i treni partono sempre in orario.
Questi vanti locali, tenuti dagli svizzeri in perfetto ordine, semplicemente scompaiono di fronte ad una qualunque Galleria degli Uffizi, o ad una Chiesa dei Frari di Venezia, motivo per cui non ci sarebbe teoricamente nessuna ragione di ammirarne la bellezza; cosa che, peraltro, valeva anche per me, tanto pda essere un portato collaterale rispetto all'evento mediatico teatrale che mi ha portato ad organizzare proprio lì il mio anniversario, e di cui parlerò nei prossimi giorni sul mio sito.

Adesso, dopo avervi detto cosa si può trovare a Zurigo, vi dirò cosa non ci si trova:
- merde di cani sui marciapiedi: ci sono ad ogni angolo splendidi contenitori di sacchetti rossi che servono a tal uopo, e che nessuno strappa e svelle dal suolo, così tanto per fare, come era accaduto a quelli improvvidamente posizionati dall'amministrazione comunale di Varazze (Sv). Parimenti, in Svizzera non si troveranno:
- lattine, bottiglie e altri oggetti che la cittadinanza italiana ritiene sia dovere dell'amministrazione comunale rimuovere. Manca, insomma, la filosofia del "lo deve fare qualcun altro". Ho visto sul battello del Lago dei Quattro Cantoni (da Lucerna a Vitznau) due ragazzi che hanno mangiato una mela e riposto il torsolo in un sacchetto, anziché buttare l'uno e l'altro nel lago, come sarebbe putacaso successo durante una navigazione sul Garda
- vigili che controllano automobilisti che oltrepassano i segnali di stop a velocità supersonica. Vi affacciate sulle strisce? L'automobilista si ferma. Entrate in una rotatoria? Chi è sullo stop alla vostra destra aspetta che voi siate passati senza uscire alla b.d. cercando clamorosamente di fottervi. Sembrerebbe che in Svizzera esista una civiltà e una cultura del rispetto sulla strada, a noi totalmente estranea. Ad ogni buon conto, oggi, appena varcato il confine di Brogeda, i miei compatrioti mi hanno fatto tornare subito alla realtà: sono stato sorpassato a destra da un camionista che guidava con i gomiti mentre con la sinistra reggeva il cellulare e con la destra, probabilmente, si stava masturbando
- purtroppo non ci si trovano nemmeno i bidet (come in quasi tutta l'Europa che non è l'Italia) né un caffè decente (veggasi sopra). A tavola è difficile trovare una verdura che non sia l'onnipresente patata, fritta o sotto forma degli indigeribili roesti, mentre in compenso sovrabbonda il maiale, in guisa do salsiccia o wurstel, il che - se ci pensate - è piuttosto strano in un Paese in cui sovrabbondano le vacche (e hony soit qui mal y pense)

Orson Welles ne "Il terzo uomo" diceva: " In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassini e massacri; in compenso hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto cinquecento anni di amore fraterno, pace e democrazia e cos'hanno prodotto? L'orologio a cucù".
E' una delle citazioni che noi italiani amiamo maggiormente, ma credo sia solo invidia

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