domenica 2 agosto 2009

Prevedibile, troppo prevedibile


Crogiolato sotto il sole cocente del 1 agosto, mi godo sulla spiaggia dei Bagni Lido di Celle Ligure un assaggio della vacanza che verra', non prima di una settimana.
A fronte della voglia di evasione degli italiani che, quest'anno, si concretizza in una particolare predilezione per gli Adventure Travel, ci sta la mia pensosa pigrizia che mi porta, una volta di più, a scegliere di stare attaccato come una cozza agli scogli della ridente localita' del Ponente ligure.
Dicevamo dei viaggi avventurosi. L'altro giorno Chiara mi ha raccontato della vacanza avventurosa che fara' in Grecia, in non so più quale arcipelago, in compagnia di persone che non conosce, con una guida che si improvvisa tale, probabilmente senza alberghi prenotati; il tutto e' (dis)organizzato da un'agenzia famosa per rendere la vita difficile ai vacanzieri che pagano caro questo privilegio.
Oggi ascolto inorridito Federica - giovane e rampante avvocato, erede di una grande tradizione di Principi del Foro - che mi narra della sua prossima partenza dalla vicina Andora, di notte, in barca a vela, con 10 persone che non conoscerà sino al momento dell'imbarco, alla volta della Corsica che circumnavighera' con i suoi sconosciuti compagni d'avventura.
E mentre ascolto questi progetti di avventure estive, che avranno per teatro quello stesso mare affrontato nella notte dei tempi da Odisseo, archetipo prototipo di ogni sfida dell'uomo ai limiti che gli sono imposti da una sorta di Legge ultraterrena, resto incerto se invidiare o compiangere coloro che saranno protagonisti della grande sfida.
Seduto sulla sdraio davanti alla lenta risacca dello stesso mare che per me, da questo privilegiato punto di vista, sara' sempre placido, contemplo scorrere davanti a me la vita di persone che vedo una volta all'anno e che, nondimeno, mi sono familiari come se le avessi davanti a me tutto il tempo.
Alla mia sinistra, laggiu' in fondo, ci sta l'altera e spocchiosa S. con madre, padre e le due figlie. Il marito non si fa vedere da due anni e mi piace pensare (perché mi è simpatico) che sia scappato dalla moglie, che aveva maltrattato la sorella abbandonata perche' non era stata capace di tenersi il marito, e dai suoceri opprimenti, convinti che ogni valore della vita abbia una valutazione monetaria. Poco oltre, M. e F. si scambiano battute noiosissime, ma sembrano felici.
Una giovane mamma che conosco solo di vista inalbera un bikini talmente esiguo che lo slip le lascia piacevolmente scoperta la chiappa destra obbligandola continuamente a riabbassarlo e generando cosi', nell'interessato spettatore, l'inevitabile domanda su chi l'abbia obbligata a prendere un indumento cosi', se si sente obbligata a coprire le esposte rotondità.
Alla mia destra siede il signor F., con un riporto che ormai parte da sotto l'orecchio sinistro. E' originario dell'Agro Pontino e tifosissimo della Lazio. Tutti gli anni - soprattutto gli ultimi che, calcisticamente parlando, hanno ringalluzzito parecchio lui e rattristato me - mi si rivolge col suo vocione baritonale e mi chiede: "Allora, dottore, va male il suo Milan?" inducendomi a dissertazioni metafisiche sull'indifendibile campagna acquisti di Berlusconi e Galliani.
Poco oltre, il signor S. si e' accorto che, da quando e' in pensione, ha poco da raccontare per cui legge il Corriere mentre la moglie F., come tutti gli anni, si mette come un batrace al sole senza comunicare con nessuno.
Cristina mi propone una partita a racchettoni e la guardo malissimo; lei scuote le chiome con aria di commiserazione pensando a quale ingiusto destino l'abbia costretta a familiarizzare con un plantigrado noioso e pesante come me.
Io ridacchio e penso, mentre scrivo queste note sul mio BlackBerry, ormai ridotto al rango di una Moleskine qualsiasi, che la prevedibilita' di Celle Ligure dovrebbe essere promossa al rango di risorsa dell'Umanita' e che non vorrei essere in nessun altro posto al mondo

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