domenica 2 agosto 2009

In teoria e in pratica

In Italia c'e' un nutrito e rispettabilissimo gruppo di persone che si preoccupa della possibile deriva antidemocratica del berlusconismo. Tale preoccupazione nasce dalla constatazione della presunta totale mancanza di sense of humour di una classe politica come quella attualmente dominante che rifiuterebbe l'ironia - vuoi mettere invece il tollerante, raffinato e simpaticissimo D'Alema? - della satira politica; e dalla mancanza di un'opposizione sempre più al margine della scena politica. Dico francamente che entrambe le posizioni mi sembrano pretestuose: Travaglio, Gomez, Barbacetto e compagnia cantante escono con almeno 4 libri all'anno (l'ultimo in ordine di tempo - "Papi" - ci narra delle mirabolanti imprese porno del piccolo grande Puttaniere di Arcore e delle sue ninfette; roba che in confronto Rocco Siffredi e' un brufoloso onanista), tutti pubblicati senza censure di regime e abbondantemente venduti (posso confermare: li leggo anch'io); i suddetti, ben documentati sulle chiappe di Noemi, sono invece misteriosamente a corto di informazioni su altri problemi magari politicamente un po' più spessi come, per esempio, le indagini sulle connivenze della giunta regionale pugliese del compagno Vendola con la Sacra Corona Unita ma, anche in questo caso, nessuno trova alcunchè da ridire. Quanto invece all'inconsistenza di un partito di opposizione ridicolo, be', questo problema davvero non puo' essere addebitato a Papi. E di problema si tratta veramente, perchè non giova a nessuno, né a destra né a sinistra, un'opposizione indecente che sviluppa al suo interno come unico dibattito interessante e meritevole di sviluppi mediatici, se accettare o no la candidatura alla segreteria di un ex comico famoso per mandare a fare in culo quella classe politica in cui ambirebbe disperatamente entrare.
Perchè questo preambolo?
Perchè - come ben sanno le centinaia di migliaia di lettori di questo blog - il vero liberal, di destra o di sinistra poco conta, è profondamente convinto del fatto che non ci sia democrazia senza equilibrio fra maggioranza ed opposizione. Ma non la pensano tutti così nel mondo, come ci informa il Corriere della Sera di oggi, giornale che scelgo appositamente per la sua equanimità.

A fronte di queste preoccupazioni nostrane, infatti, in Venezuela stanno vivendo probemi attuali e di altra portata metafisica, la cui doverosa conoscenza ridimensiona un po' le angosce di Travaglio e Vauro circa il rischio ipotetico di deriva autoritaria di casa nostra.
Costaggiù, infatti, il Presidente della Repubblica (?), un paciarottone rubicondo di nome Hugo Chàvez, comunista dichiarato e amico di Fidel Castro, ha chiuso con un editto 34 (leggansi: trentaquattro) radio private sospettate di essere schierate con quello che rimane di un'opposizione sempre più chiusa in un angolo. Non solo: il suddetto sta promulgando una legge contro i cosiddetti crimini mediatici. In pratica, e sempre citando il Corriere, il carcere aspetta chiunque attraverso qualunque mezzo mediatico disturbi la quiete del Paese o comprometta gli interessi dello Stato, nell'interesse della sanità mentale dei cittadini: col che si possono aprire le porte anche dei manicomi di Stato che ai regimi totalitari in genere, e a quelli comunisti in particolare, sono sempre piaciuti.
Siamo alle solite, a quanto pare: di fronte ai presunti e giustamente temuti fascismi di ritorno, ci sono i comunismi che non sono mai andati in pensione, quelli delle censure alla libertà d'espressione, del carcere a chi dissente e, ovviamente, dei manicomi criminali di buona memoria.
Possiamo quindi dare ai nostri lettori alcune sicurezze: Chàvez esiste, si comporta come descritto dal Corriere (non quindi dal fascista Feltri a cavallo fra Libero e Giornale) e come ha imparato dal suo maestro cubano. Il suo Venezuela ormai è sempre più uno di quegli Stati comunisti che esistono, riducono in miseria la popolazione, sopprimono la libertà e ammazzano o internano (il che, ai fini pratici, è la stessa cosa) gli oppositori.
Di queste situazioni, gli alfieri della Libertà di casa nostra non parlano, convinti come sono che l'unica anomalia esistente al mondo sia Berlusconi e il suo parterre di zoccole e non, putacaso, un partito d'opposizione inesistente per dinamiche interne.
In Venezuela - stato comunista, lo ribadiamo per chi non avesse colto il concetto - l'inesistenza succede invece per editto presidenziale

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