Perchè questo preambolo?
Perchè - come ben sanno le centinaia di migliaia di lettori di questo blog - il vero liberal, di destra o di sinistra poco conta, è profondamente convinto del fatto che non ci sia democrazia senza equilibrio fra maggioranza ed opposizione. Ma non la pensano tutti così nel mondo, come ci informa il Corriere della Sera di oggi, giornale che scelgo appositamente per la sua equanimità.
A fronte di queste preoccupazioni nostrane, infatti, in Venezuela stanno vivendo probemi attuali e di altra portata metafisica, la cui doverosa conoscenza ridimensiona un po' le angosce di Travaglio e Vauro circa il rischio ipotetico di deriva autoritaria di casa nostra.
Costaggiù, infatti, il Presidente della Repubblica (?), un paciarottone rubicondo di nome Hugo Chàvez, comunista dichiarato e amico di Fidel Castro, ha chiuso con un editto 34 (leggansi: trentaquattro) radio private sospettate di essere schierate con quello che rimane di un'opposizione sempre più chiusa in un angolo. Non solo: il suddetto sta promulgando una legge contro i cosiddetti crimini mediatici. In pratica, e sempre citando il Corriere, il carcere aspetta chiunque attraverso qualunque mezzo mediatico disturbi la quiete del Paese o comprometta gli interessi dello Stato, nell'interesse della sanità mentale dei cittadini: col che si possono aprire le porte anche dei manicomi di Stato che ai regimi totalitari in genere, e a quelli comunisti in particolare, sono sempre piaciuti.
Siamo alle solite, a quanto pare: di fronte ai presunti e giustamente temuti fascismi di ritorno, ci sono i comunismi che non sono mai andati in pensione, quelli delle censure alla libertà d'espressione, del carcere a chi dissente e, ovviamente, dei manicomi criminali di buona memoria.
Possiamo quindi dare ai nostri lettori alcune sicurezze: Chàvez esiste, si comporta come descritto dal Corriere (non quindi dal fascista Feltri a cavallo fra Libero e Giornale) e come ha imparato dal suo maestro cubano. Il suo Venezuela ormai è sempre più uno di quegli Stati comunisti che esistono, riducono in miseria la popolazione, sopprimono la libertà e ammazzano o internano (il che, ai fini pratici, è la stessa cosa) gli oppositori.
Di queste situazioni, gli alfieri della Libertà di casa nostra non parlano, convinti come sono che l'unica anomalia esistente al mondo sia Berlusconi e il suo parterre di zoccole e non, putacaso, un partito d'opposizione inesistente per dinamiche interne.
In Venezuela - stato comunista, lo ribadiamo per chi non avesse colto il concetto - l'inesistenza succede invece per editto presidenziale
Perchè - come ben sanno le centinaia di migliaia di lettori di questo blog - il vero liberal, di destra o di sinistra poco conta, è profondamente convinto del fatto che non ci sia democrazia senza equilibrio fra maggioranza ed opposizione. Ma non la pensano tutti così nel mondo, come ci informa il Corriere della Sera di oggi, giornale che scelgo appositamente per la sua equanimità.
A fronte di queste preoccupazioni nostrane, infatti, in Venezuela stanno vivendo probemi attuali e di altra portata metafisica, la cui doverosa conoscenza ridimensiona un po' le angosce di Travaglio e Vauro circa il rischio ipotetico di deriva autoritaria di casa nostra.
Costaggiù, infatti, il Presidente della Repubblica (?), un paciarottone rubicondo di nome Hugo Chàvez, comunista dichiarato e amico di Fidel Castro, ha chiuso con un editto 34 (leggansi: trentaquattro) radio private sospettate di essere schierate con quello che rimane di un'opposizione sempre più chiusa in un angolo. Non solo: il suddetto sta promulgando una legge contro i cosiddetti crimini mediatici. In pratica, e sempre citando il Corriere, il carcere aspetta chiunque attraverso qualunque mezzo mediatico disturbi la quiete del Paese o comprometta gli interessi dello Stato, nell'interesse della sanità mentale dei cittadini: col che si possono aprire le porte anche dei manicomi di Stato che ai regimi totalitari in genere, e a quelli comunisti in particolare, sono sempre piaciuti.
Siamo alle solite, a quanto pare: di fronte ai presunti e giustamente temuti fascismi di ritorno, ci sono i comunismi che non sono mai andati in pensione, quelli delle censure alla libertà d'espressione, del carcere a chi dissente e, ovviamente, dei manicomi criminali di buona memoria.
Possiamo quindi dare ai nostri lettori alcune sicurezze: Chàvez esiste, si comporta come descritto dal Corriere (non quindi dal fascista Feltri a cavallo fra Libero e Giornale) e come ha imparato dal suo maestro cubano. Il suo Venezuela ormai è sempre più uno di quegli Stati comunisti che esistono, riducono in miseria la popolazione, sopprimono la libertà e ammazzano o internano (il che, ai fini pratici, è la stessa cosa) gli oppositori.
Di queste situazioni, gli alfieri della Libertà di casa nostra non parlano, convinti come sono che l'unica anomalia esistente al mondo sia Berlusconi e il suo parterre di zoccole e non, putacaso, un partito d'opposizione inesistente per dinamiche interne.
In Venezuela - stato comunista, lo ribadiamo per chi non avesse colto il concetto - l'inesistenza succede invece per editto presidenziale
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