E' iniziata oggi la Tirreno-Adriatico, gara ciclistica propedeutica alla prima grande classica primaverile, e cioè la Milano-Sanremo.
La Tirreno-Adriatico non è un cimento di particolare rilevanza, ma non c'è ragione di affrontarla senza essere attrezzati di tutto punto; così deve aver pensato anche il corridore - di cui non so il nome, ma ovviamente italiano - che si è fatto di EPO probabilmente durante tutto il lungo inverno ed è stato subito beccato al controllo antidoping preliminare.
Qui siamo oltre la disonestà intellettuale, che - nell'aggettivo - presuppone l'esistenza di un cervello pensante. Mi riesce difficile credere che ci sia ancora qualche ciclista così cretino da pensare di bombarsi senza essere beccato con la fagianella in bocca, ma tant'è: bisogna rassegnarsi.
E noi appassionati di ciclismo, noi che ci siamo entuasiasmati alle gesta di campioni straordinari non sempre necessariamente italiani, ringraziamo commossi questo branco di idioti agghiaccianti che pensano di essere i più furbi della compagnia e che, col loro comportamento indecoroso, disonorano uno degli sport più belli e talvolta epici di sempre.
La Tirreno-Adriatico non è un cimento di particolare rilevanza, ma non c'è ragione di affrontarla senza essere attrezzati di tutto punto; così deve aver pensato anche il corridore - di cui non so il nome, ma ovviamente italiano - che si è fatto di EPO probabilmente durante tutto il lungo inverno ed è stato subito beccato al controllo antidoping preliminare.
Qui siamo oltre la disonestà intellettuale, che - nell'aggettivo - presuppone l'esistenza di un cervello pensante. Mi riesce difficile credere che ci sia ancora qualche ciclista così cretino da pensare di bombarsi senza essere beccato con la fagianella in bocca, ma tant'è: bisogna rassegnarsi.
E noi appassionati di ciclismo, noi che ci siamo entuasiasmati alle gesta di campioni straordinari non sempre necessariamente italiani, ringraziamo commossi questo branco di idioti agghiaccianti che pensano di essere i più furbi della compagnia e che, col loro comportamento indecoroso, disonorano uno degli sport più belli e talvolta epici di sempre.
Vai, Girardengo...
Vedi Piè, io del ciclismo ero innamorato, e lo sai bene perché grazie al ciclismo si è verificata l'unica convergenza sportiva della nostra vita (Saronni docet).
RispondiEliminaPerò ad un certo punto, come si dice in Francia, mi sono rotto i cojoni.
Il ciclismo è sempre stato al servizio del doping, e Conconi non è stato che uno degli ultimi interpreti dell'asservimento della scienza alla malversazione delle classifiche di merito.
Tutti lo sapevano e tutti lo accettavano. La "bomba" dei tempi di Coppi e Bartali, o di Girardengo appunto, altro non era che qualcosa che non si sapeva bene cosa fosse ma che permetteva a chi la assumeva di migliorare le sue performances. E sul Monte Ventoso in quel lontano Tour? E i dubbi sul primo Ullrich che capitava a tiro, sulle vittorie "strane" di Sua Maestà Armstrong?
Sai cosa, Piè? Io vado controcorrente e sono per la legalizzione del doping, quantomeno nel ciclismo. Più record, più spettacolo, più velocità... Poi se tra qualche anno uno dei fenomeni volanti dovesse portarne le conseguenze, beh, fattacci suoi. Noi ci si è divertiti e lui, comunque, sapeva ciò che stava facendo.
Your sincerly.
Ste