domenica 14 marzo 2010

Il dodicesimo uomo


Da tifoso milanista intristito da anni di vacche magre, sono costretto a confidare nelle capacità dell'Inter di trovare in se stessa, più che nei meriti altrui, un po' di motivi per provare patemi. Venerdì sera siamo andati oltre ogni più rosea previsione, e non tanto per il risultato - ci può stare perdere in casa di una squadra tosta e legnosa come il Catania - quanto per le simpatiche modalità con cui detta sconfitta è maturata.

Si dirà: mancava Mourinho; con il portoghese sulla panca i ragazzi avrebbero corso il triplo e si sarebbero mangiati gli etnei in un boccone. Ma se da un lato non credo che Milito e soci, professionisti tosti e navigati, sentano il bisogno del cagnone dietro le caviglie per correre, dall'altro penso che comunque il buon Beppe Baresi abbia consumato tutta la ricarica del cellulare per avere dallo Special le informazioni sulle scelte tecniche. E' pertanto da ascrivere esclusivamente al geniale Special la scelta di schierare in una fase critica della partita tale Sulley Muntari, colui che a buon diritto possiamo definire il dodicesimo uomo. Del Catania.

I fatti sono ben noti a tutti, per cui evito di insistere ricordandoli ai miei lettori, alcuni dei quali so essere interisti. Dirò solo che, perfidamente, mi si è affacciata la possibile espressione del mio amico Stefano Barbetta, autore di libri di successo e grande esperto di sport (benché interista), di fronte alla impropria parata in area di Sulley; espressione che io conosco molto bene, perché fu quella esibita dal suddetto Barba (come amano chiamarlo gli amici intimi) in una memorabile partita di scopa d'assi a coppie, allorquando il suo socio dell'occasione, dall'improbabile nome di battaglia di "Vande", calò proditoriamente un settebello "scoperto" che fu immediatamente preso dal sottoscritto, nell'occasione avversario. Ricordo ancora le associazioni verbali a sfondo animalistico-teologico piuttosto audaci che il Barba escogitò, denotando una fantasia che s'intuiva già allora destinata a ben altri cimenti culturali. Ieri mattina, il Barba ha rievocato con tono nostalgico quei bei momenti ripetendo per me solo quelle figure retoriche che mi ha confidato di aver destinato venerdì sera al giocatore ghanese.

Siccome sono un po' antipatico e, al momento, non ho un cazzo di meglio da fare, propongo al Barba e ai miei lettori questa simpatica chicca prelevata dal "Corriere della Sera" che si deve alla penna di Alessandro Pasini. Spero che vi diverta come ha divertito me. Io NON sono interista e NON ho cugini.

PS Leggete i libri di Stefano Barbetta, pubblicati da Morellini editore. Prossimamente ne sono in uscita ben due: "Mondiali pret-à-porter" e "La bibbia dei mondiali". Sono divertentissimi e molto documentati. Potete trovarne notizia qui.

Sulley Muntari, il 12° uomo del Catania venerdì sera, reagisce a testa alta il giorno dopo la serata-no siciliana. In fondo, i cartellini rossi vanno, ma la vita continua.

Ore 8: sveglia, dopo il sonno del giusto.
Ore 9: esce di casa, infila il primo incrocio a 190 all’ora. Multa.
Ore 9.01: infila il secondo incrocio a 220. Seconda multa e ritiro patente.
Ore 9.10: dopo lunga colluttazione con il vigile, chiama un taxi per Appiano.
Ore 9.40: non convinto della tariffa, entra in tackle da dietro sul tassista e gli frattura un perone.
Ore 9.41: non convinto, gli frattura anche l’altro.

Ore 10: allenamento.

Ore 10.01: al 12° stop consecutivo sbagliato, dà una gomitata a un cipresso poi lo applaude polemicamente.
Ore 11.30: a fine seduta Mourinho lo rincuora: “Non ti preoccupare, è tutta colpa di Balotelli. A Londra giochi tu”. Lui applaude polemicamente.
Ore 12: pranzo.
Ore 12.01: caffè.
Ore 16: controlla le mail. Fra i messaggi, i ringraziamenti delle società Ac Milan e As Roma; un biglietto gratis per Londra in business class per lui e famiglia con soggiorno e benefit offerti dal Chelsea; il ringraziamento del Portsmouth: senza i 15 milioni della sua vendita il club sarebbe finito in amministrazione controllata già da due anni. Lui apprezza e applaude polemicamente.
Ore 17: la società Fc Internazionale lo chiama per consolarlo: “E’ tutta colpa dell’arbitro”. E gli prolunga il contratto fino al 2022.
Ore 17.01: soddisfatto, festeggia ordinando una Lamborghini con i rostri.


Muntari2.jpg
Ore 18: il procuratore lo chiama: D&G lo vuole testimonial della sua nuova camicia di forza slim-fit.
Ore 19: in palestra al Fight Club.
Ore 19.01: Brad Pitt gli ritira la tessera perché non rispetta le regole. Sulley è talmente felice che non obietta nemmeno che il club non ha regole.
Ore 20.30: cena al Sushi restaurant.
Ore 20.31: sfila un legamento allo chef perché non ha cotto il pesce.
Ore 23.00: un bel dvd a casa, l’ultimo Bruce Willis: “Play hard. 70 secondi per uscire”.
Ore 23.01.10: applaude polemicamente e spegne.
Ore 23.30: la moglie lo aspetta invitante a letto. Lui si fionda.
Ore 23.31: dorme il sonno del giusto.


1 commento:

  1. Imbarazzato rispondo.
    Non tanto per le contumelie riportate a lustri di distanza, non me ne vergogno e ne vado assolutamente fiero, quanto per le parole spese su quanto pubblicato col mio nome sulla copertina. Gli amici palesano indulgenza laddove altri ostentano equilibrio: per sta volta, bene così.
    Da quando è a libro paga di Moratti Massimo, come soluzione alternativa dopo il niet incassato da Lampard (praticamente come voler comprare un Ferrari e ripiegare su una Panda del 1988), sono strenuamente convinto che Muntari Sulley debba esibire il biglietto ogni qualvolta decida di entrare in uno stadio.
    Il ragazzotto non è scarso: di più!
    Non avesse lineamenti ed anagrafe così esotici sarebbe stato relegato su campi di Terza, massimo Seconda Categoria, a macinare tibie, rotule e peroni. A qualità non eccelse abbina un'insipienza tattica al limite del grottesco, che in un ulteriore sequel dell'Allenatore nel Pallone gli garantirebbe l'apposizione delle generalità sulla locandina.
    Ma malgrado quanto fin qui espresso, mi sono stupito del raptus siciliano, soprattutto distillato in un lasso temporale nel quale nemmeno io sarei riuscito a fare peggio. Ed è tutto dire.
    Credevo, dopo Avioncito Rambert, d'aver visto tutto. Ebbene faccio pubblica ammenda, perchè mi sbagliavo di grosso.
    Sai cosa, Piè? Più imbarazzante di lui c'è solo chi ha investito nel suo acquisto. E più imbarazzante ancora chi ha optato per avere a libro paga questo prezioso elemento.
    Non mi stupirei di trovare, in una delle prossime puntate di Forum, Branca Marco citato in giudizio da Moratti Massimo.
    E, detto tra noi, sarebbe la prima volta che starei col Presidente.
    Ossequi.
    Ste

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