venerdì 2 ottobre 2009

La signora ce l'ha panoramica



Anche ieri – per l’ennesima volta nella mia vita familiare – si è verificata la solita storia che proverò a sintetizzare come segue:

1.Cristina, mia moglie, mi chiede di cercare una determinata cosa nello stanzino

2. Io la cerco e non la trovo, per cui torno indietro e le chiedo timidamente e sottovoce se, per caso, è possibile che di quel determinato articolo non ce ne sia più assortimento in casa

3. La risposta invariabile è: “Ne abbiamo a decine” (notare il quantitativo, volutamente esagerato)

4. Io torno nello stanzino e continuo a non trovare la cosa in questione. Chiamo la moglie, le reitero la domanda su dove sia l’oggetto e mi sento rispondere: “E’ lì che ti guarda”

5. Dopo attesa inutile di faticosi tentativi da parte mia, arriva lei, preleva l’oggetto da sotto il mio naso lasciandomi a riflettere sull’inutilità dell’apporto maschile nella vita domestica


Credo sia noto a tutti che l’inveterata incapacità degli esseri umani di sesso maschile a trovare le cose sia dovuta, oltre che alla perfidia delle donne che fanno di tutto per nascondere oggetti come calzini, mutande e flaconi di detersivo, ad un fatto fisiologico ed ancestrale ben dimostrato. In pratica: gli uomini hanno una visione cosiddetta “a cannocchiale” (nessuno equivochi, per favore) le donne invece ce l’hanno “panoramica” (vedi nota fra parentesi precedente); questo perché nella notte dei tempi gli uomini andavano a caccia a procurare il cibo per la famiglia e dovevano inquadrare la preda, mentre le donne dovevano comprendere con un solo sguardo tutta la caverna per sorvegliare la prole dall’assalto di animali feroci. Non sono balle: è tutto provato in modo abbastanza scientifico e disponibile su alcune pubblicazioni di tipo divulgativo, come i bei libri di Allan e Barbara Pease (ovviamente marito e moglie nella vita di tutti i giorni) tipo “Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano mai a chiedere?” oppure "Perché gli uomini lasciano sempre alzata l'asse del water e le donne occupano il bagno per ore?" (ce ne sono altri, molto divertenti), che mi sentirei di consigliare a tutti.

Poste queste premesse che sembrerebbero indirizzare il problema su un versante scientifico e quindi accettabile da chiunque, si tratta solo di convincere le donne della ragionevolezza del nostro punto di vista: e qui cominciano i problemi, come ognuno può verificare nell’ambito della propria realtà domestica.

Perché non riusciamo a convincere le mogli del fatto che non è colpa della nostra pigrizia intellettuale, bensì del fatto che siamo fatti diversamente? Perché andare sempre a pensare che siamo noi a non voler mai vedere le cose che ci guardano? Forse perché c’è un aspetto di delizioso sadomasochismo che rende particolarmente attraente la vita di tutti i giorni e che fa parte di quel gioco delle parti indispensabile ad ogni intesa riuscita?

Non lo so, e forse non lo saprò mai.

Il mio suggerimento è quindi di continuare così. Siamo autorizzati da Madre Natura a non trovare i calzini che ci guardano e a continuare a procurare prede con (e per) il nostro cannocchiale.

E hony soit qui mal y pense

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