lunedì 31 gennaio 2011

Se telefonando

Tiene banco in questi giorni la telefonata che il direttore generale della RAI, Mauro Masi, ha fatto il 27 gennaio a Michele Santoro durante la diretta di "Annozero"; per chi avesse voglia di vedersela, esistono le registrazioni su Youtube che non linko per non portare ulteriore acqua al mulino di quel mestatore che fa programmi di merda con i fondi pubblici.
Ma, per una volta, non me la prendo con lui: è quel ch'egli è, come direbbe Jago di Otello, lo conosciamo, se lo goda chi vuole. Io, piuttosto che vedere anche un solo istante di una sua trasmissione, mi rilasso con un'antologia di Alvaro Vitali, tanto come livello siamo lì.
No, me la prendo proprio con Masi che, adeguandosi al particolare uso che del telefono viene fatto nel Basso Impero in cui viviamo, chiama il suo stipendiato e prima gli tira bonariamente le orecchie poi, umiliato dalla - peraltro prevedibile - aggressione del medesimo, si scusa e conclude con una figura pietosa.
Sei il direttore? 
Pensi che un tuo stipendiato stia violando le regole di cui tu sei custode? 
Allora, se telefoni per cazziarlo, lo fai sino alle estreme conseguenze, vale a dire lo zittisci, gli oscuri in diretta la trasmissione (di merda) che sta facendo e gli revochi il contratto faraonico di cui usufruisce.
E' una prevaricazione?
Può darsi, ma Santoro capirà: lui è uno che di prevaricazioni se ne intende.
Altrimenti taci: il telefono, in questo particolare periodo, viene usato sempre a sproposito


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