domenica 4 dicembre 2011

Lessico coniugale

La vita è una questione di priorità.
Ad esempio: se sto caricando la musica sul mio nuovo iPad da 64 Gb, vi sembra che posso pensare seriamente anche a portare giù quattro sacchi di pattumiera differenziata?
Ma evidentemente non tutti la pensano così, quanto meno in casa mia. Sono i momenti in cui la moglie pensa che il marito si sia imbarcato in una serie di questioni di rara inutilità e, per comunicarglielo, sceglie di parlargli in una lingua apposita: il lessico coniugale.
Adesso vi propongo un dialogo fra marito e moglie; il dialogo avviene in lingua; a lato del dialogo fornisco la traduzione in italiano.

Controllo iTunes e intanto, in guisa di brusio di fondo, mi arrivano delle voci:
"Che raccolta c'è fuori stasera?".
Sospiro. La domanda è retorica. Sono 11 anni che viviamo qui e lo so persino io che la domenica sera c'è l'indifferenziato. La domanda - lo so bene - prelude alla questione successiva:
"C'è fuori l'umido?"
"No, Maia [ndr: soprannome di Cristina: la chiamo così dai tempi delle prime blaterate di Giacomo che non riusciva a dire "mamma"]. Lo sai benissimo che domenica sera non c'è mai l'umido"
"Ah. Però ce ne sono due sacchi. Adesso mi vesto e scendo a portarlo io" [Traduzione: "Se non lo porti fuori sei fottuto"]
Capisco l'antifona e chiudo momentaneamente l'iPad.
"Va bene - dico rassegnato - Solo l'umido o anche l'altro?"
"No, no. Non stare a disturbarti, devi già portare il cane" [Traduzione: "Ci sono quattro sacchi pattumiera da portare giù: umido, indifferenziato, carta e plastica"].
Decido di continuare momentaneamente con i miei lavori sull'iPad; c'è anche il problema non indifferente dell'app iFarmaci (il prontuario farmaceutico) che funziona perfettamente sull'iPhone ma, chissà perché, non ne vuole sapere del ben più comodo e spazioso iPad.
Sento un sospiro:
"Be', vorrà dire che i sacchi li porterò giù domani in due viaggi. Anzi, in tre, visto che già devo portare giù il cane" [Traduzione: "Mentre ti fai i cazzi tuoi in ospedale, io mi devo sempre fare il culo"].
So riconoscere la sconfitta. Mi metto le scarpe, poi metto il guinzaglio al cane; quindi, comincio a radunare i sacchi della pattumiera. 
La moglie mi osserva scuotendo la testa:
"Non ce la farai, quattro sacchi più il cane! Lascia stare!" [Traduzione: "Sei ancora qui?"].
Mi carico dei sacchi, metto il guinzaglio sotto l'ascella e scendo. Il bassotto mi trotterella dietro.

Al ritorno, Cristina guarda languida l'iPad:
"Ci devi lavorare stasera?".
Anche questo è lessico coniugale. Sospiro e prendo il più scomodo laptop, quello da dove vi sto scrivendo.
Lunedì probabilmente mi iscriverò al corso di inglese del British Institute, ma non dovrebbero esserci problemi: sono portato per le lingue, è una questione di sopravvivenza, non solo ai congressi ma anche in famiglia.

PS: Cristina sta smanettando allegra sull'iPad. La traduzione della sua ultima frase è: "L'iPad è mio, guai a te se osi pensare di toccarlo!"

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