martedì 1 novembre 2011

Mi piace Matteo Renzi

Mi piace Matteo Renzi.
No, non ho deciso di accodarmi al messia di turno; semplicemente penso che la sua sia una faccia presentabile di uno che dice cose di Sinistra (maiuscolo) in un mondo come il nostro in cui la sinistra (minuscolo) sembra abbracciare un unico pensiero praticabile, e cioè far fuori l'attuale premier; oppure cavalcare come al solito il sindacalismo becero, quello che fa dell'intransigenza non una battaglia per i lavoratori, ma uno specchio per il narcisismo dei leader.
Credo che la Sinistra (maiuscolo) sia qualcosa di più e di meglio.
Per uno come me che non si riconosce in questa destra (minuscolo) rappresentata dal governo attualmente in carica o, in alternativa, dal presidente della Camera, Renzi è qualcosa in più di un compromesso.
Leggendo i famosi cento punti (vedi il link) mi rendo conto che quello che cerco veramente sempre di più nella politica che pure ho tolto dalla mia vita da 4-5 anni è una specie di socialismo riformista simile a quello che esiste in Paesi civilizzati come la Svezia.
Di Idee e Ideali ancora rappresentati da gente come quella che è all'opposizione e avversati - almeno a parole - da quelli al governo, ne ho formalmente piene le palle: troppo vecchi gli uni e gli altri, ma soprattutto ancora troppo attaccati all'idea bicefala di un partito che li governa e un altro da odiare. Questo atteggiamento - che per me è il vero "centrismo", cioè tutto ciò che ha bloccato l'Italia sin dal momento della fondazione della Repubblica - deve essere superato da una politica che pone l'uomo nella comunità al centro dei propri interessi.
Utopia? Illusione?
Forse. E comunque, come ho detto più volte, non ho nessuna intenzione di dare più il mio voto a scatola chiusa a qualcuno, anche se mi è istintivamente simpatico come Renzi: ammesso e non concesso che scenda in campo, dovrà prima dimostrarmi che ha veramente intenzione di mettere in pratica quello che promette; di inculate ne abbiamo già prese a sufficienza da altri personaggi che hanno stipulato contratti con gli italiani. Io come tanti altri. E siamo in tanti: siamo tutti quelli che non votano più per nessuno.
Ma per l'intanto, l'aspetto che mi sembra più incoraggiante è il fatto che Renzi stia notevolmente sulle palle dei notabili del suo partito, a cominciare dall'omino che lo presiede; che sia detestato da quelli che ormai erano pronti ad appropriarsi di tutta la sinistra, dandole dei connotati che non ha se non in parte; e che sia massacrato da buona parte della bloggosfera che preferisce riconoscersi in altri modelli già collaudati di comodo antiberlusconismo, di partitocentrismo eliotropico o di partigianeria militante e eloquente. E che piuttosto che un uomo dichiaratamente di Sinistra, preferiscano eleggere a proprio simbolo il presidente della Camera, ex fascista prestato al trasformismo opportunista e, per questo motivo e per episodi personali recenti, totalmente privo di credibilità, destinato solo a fare lo zerbino - lui e il suo risicatissimo gruppo - di quei personaggi di cui è diventato l'enfant gatè.
Concita De Gregorio, dalle pagine di Repubblica, fa il solito lavoro obliquo del commentatore di sinistra che  capisce ma fa finta di non capire e parla ancora di militanza di base, di "partito che lo ha portato" lì, di "sostegno economico e organizzazione".
Ma la base del PD ormai non esiste più, la sinistra ha solo un'anima, quella che finirà con la morte fisica o politica di Berlusconi, quella che non servirà per ricostruire; e tutti devono sforzarsi di ri-conquistare alla politica quelli come me, quelli che non si riconoscono in nessuno, i delusi, quelli che nella cabina elettorale hanno incrociato le braccia.
Se Renzi ha voglia di conquistarmi, si dia da fare

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