sabato 15 ottobre 2011

Serenamente. Pacificamente

Teppisti.
Giovani dei centri sociali.
Black-bloc.
Incappucciati.
Mille nomi diversi per indicare un gruppo di giovanotti, che anima - per così dire - i cortei che a vario titolo si organizzano per protestare, per mille motivi, senza mai indicare una soluzione praticabile e ragionevole.
C'è da mettersi di traverso contro i lavori della TAV? 
C'è da bloccare l'attivazione di qualche nuova discarica non gradita ai comitati di zona che, invece, preferiscono inviare la rumenta altrove? 
C'è da infondere un po' di brio ad una noiosissima manifestazione pacifica di indignados?
Pronti: c'è sempre a disposizione qualche centinaio di teste di cazzo che vanno a lanciare sassi e a incendiare qualche auto o cassonetto.

L'estintore, special weapon del vero black bloc
Li chiamano incidenti, dando per scontato che si tratti di qualcosa che nessuno si aspetta, di non voluto.
Accidenti, stavamo facendo una manifestazione pacifica e improvvisamente arrivano quelli lì che mettono a ferro e fuoco la città! Oh cavolo, e chi se lo aspettava? E chi mai andava a pensare che questi facessero cose così brutte?
Eh certo! Arriva qualche centinaio di gentlemen con caschi in testa, spranghe, molotov e nessuno si aspetta che le cose possano degenerare.
Improvvisamente la manifestazione non è più pacifica: peccato, stava andando tutto così bene! Nessuno, a parole, si aspettava una deriva violenta.
Curioso, in fondo, perché i black bloc li conoscono tutti molto bene e non sono affatto pacifici: sono autonomi della sinistra extraparlamentari, nati in Germania negli Anni Ottanta a supporto della RAF, le brigate rosse tedesche. Sapere che arrivano quelli - e lo sanno tutti con largo anticipo, non veniamo a raccontarci puttanate - vuol dire di fatto prenotare il giorno di distruzione metropolitana, esattamente com'era successo a Genova dieci anni fa e come succede tutte le volte che si muove la protesta inizialmente pacifica; l'unica differenza con Genova è che stavolta non c'è stato il morto, ed è stato tutto merito delle forze dell'ordine. 
Il morto, annunciato da Di Pietro, è stato comunque meticolosamente cercato: ecco un link con il sito web del "Giornale" in cui viene riportato un comunicato comparso il 14 ottobre sul sito di Indymedia, network della sinistra oltranzista, che invita a prendere il controllo della piazza anche a costo che qualche compagno muoia. 
C'è sempre una piazza Alimonda e un estintore per ogni vero rivoluzionario

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