domenica 27 settembre 2009

L'uomo delle percentuali


C’è qualcuno che si è accorto della sagacia e dell’acume tattico di José Mourinho?
Io no, e vorrei che qualcuno me li facesse vedere. Voglio dire: si parla di lui come del raffinato stratega, di colui che ha rivoluzionato il calcio come nemmeno Arrigo Sacchi ai bei tempi, e ci si dimentica che, forse, con squadre come quelle che ha avuto fra le mani lo Special One, probabilmente avrebbe potuto vincere qualche cosa anche Paolino Paperino.
Guardiamo ai fatti:
1. Con la squadra che aveva l’anno scorso, si è limitato (si parva licet) a vincere il campionato, esattamente come il suo predecessore, il tanto criticato Roberto Mancini, che ci è riuscito due volte prima di lui pur non essendo precisamente un prodigio di tattica. Avrebbe dovuto vincere la Champions, che era la vera mission affidatagli dal padrone della Federcalcio, cioè Massimo Moratti, ma non è stato capace: non l’ha imbroccata. A dire la verità non l’ha imbroccata Zlatan Ibrahimovic, il campione più rappresentativo che aveva fra le mani, ma lui, il geniale Special, non aveva una contromossa a disposizione, il che ci porta dritti al punto successivo
2. L’acume tattico dello Special si è manifestato l’anno scorso nello schema: “Palla a Ibra e poi ci pensa lui”. Ora, siamo onesti: valeva veramente la pena di spendere un pacco di milioni di euro per far venire in Italia il genio tattico di questo portoghese che ha fatto la stessa cosa che avrebbe fatto anche Aldo Agroppi, se solo ne avesse avuto l’opportunità? Cosa ha portato in più quanto a gestione tecnico-tattica del materiale umano a sua disposizione il simpaticissimo tecnico portoghese? Niente. Doveva vincere la Champions, l’unico trofeo che Moratti non riesce a comperare, e ha fallito
3. L’unica vera novità che ha portato nel panorama del nostro calcio è l’arroganza del furbetto del quartierino. Questo era qualcosa di veramente nuovo nel nostro panorama calcistico e merita parlarne un po’ più approfonditamente

Sino ad ora avevamo a che fare con il maleducato tout-court, l’ignorante, l’arrogante. Inutile fare nomi, anche perché ognuno di noi ne potrebbe avere una lista pronta e non basterebbero le pagine di questo blog a citarli tutti. Altrimenti detto: di Balotelli presuntuosetti ed arroganti ne abbiamo sempre avuti ad abundantiam nello scenario calcistico italiano e, bene o male, abbiamo sempre saputo come gestirli.
La novità tattica di un Mourinho è l’attacco pianificato e sgradevole ad personam che, lì per lì, aveva indotto tutti ad una generica perplessità. “Ma come – dicevamo – questo qui si permette di insultare gli avversari, di dar loro addosso, di irriderli perché porteranno a casa i famosi zeru tituli e gli altri zitti, quasi intimiditi?...”. Non avevamo capito che il Nostro, stratega sì, ma di tipo verbale, aveva imparato l’arte dell’aggressione con la parola in sostituzione della tattica, di quelle idee che avevano caratterizzato tecnici assai più sagaci di lui, come il già citato Arrigo Sacchi, ma anche Fabio Capello o il taciturno Carlo Ancelotti: gente che con lo spostamento di un giocatore, o con un’intuizione, è in grado di cambiare l’andamento di una partita oppure di una finale di Champions. E sì, certo, c’è qualcuno di essi che la finale l’ha anche persa, magari anche ai rigori dopo che vinceva 3-0, ma che intanto c’è arrivato e l’anno successivo s’è rifatto, accontentandosi di valorizzare il materiale umano che la Dirigenza – negli ultimi anni di braccino piuttosto corto – gli passava con parsimonia, e senza andare a piangere miseria perché manca il trequartista, che all’Inter di oggi sta come le sottocoppe di peltro in una villa palladiana: una decorazione.
Mourinho non è un tattico del calcio, ma un ottimo valorizzatore di risorse umane; esaurita la curiosità dell’anno scorso verso un personaggio così fortemente caratterizzato, dopo questo inizio di campionato penso che se ne siano accorti un po’ tutti. A parte la trionfale cavalcata contro i quattro guitti squinternati del mio povero Milan, le altre partite non hanno convinto nessuno; le ultime due, in particolare, denunciano un calo pauroso di idee. Con il Cagliari hanno rischiato di brutto, mentre invece con la Sampdoria le hanno prese sacrosantamente. Sarà forse perché gli mancava il trequartista? Questioni di tifo a parte, credo che anche gli avversari più accaniti gli perdonerebbero una o due partite storte se lui non invocasse sempre – a mo’ di giustificazione – tutta una serie di potenze occulte che ce l’avrebbero con lui e la sua squadra. Invece di fare tante querimonie e di invocare sempre i poteri nascosti che tramano contro la sua grande squadra, provi, l'Uomo delle Percentuali ("resto al 93%" oppure "abbiamo il 10% di possibilità di vincere la Champions", affermazione quest'ultima che avrà fatto particolarmente felice il suo datore di lavoro che, tanto per cambiare, si è svenato per fare la Squadra di Mourinho), provi a chiedere al suo collega Ancelotti come si vincono due Coppe dalle Grandi Orecchie con una squadra scelta da una dirigenza micragnosa.
E senza il trequartista, per dire.

1 commento:

  1. Beh, sapevo che eri incazzato per la tua squadretta ma riversare cotanto astio su una sola persona mi sembra, francamente, eccessivo...
    In ordine... Arrigo Sacchi non ha inventato una fava. La zona esisteva già, il possesso palla era un dogma dell'Olanda '74, le ripartenze si chiamavano fuorigioco. Sic et simpliciter.
    Acume tattico è sfruttare i talenti di cui si è dotati. Se si ha Ibra si ha acume tattico nel favorirne l'azione; e infatti il Genio svedese (solo con Mou) è diventato capocannoniere del campionato.
    Sull'arroganza mi piacerebbe ricordarti che hai avuto Capello, che non è certo ciò che si definisce un umile. Hai avuto lo stesso Sacchi che, quanto a modestia, stava male. E hai un presidente e un ad che si permettono di insultare i tifosi se non condividono le loro scelte. E lo scudetto nel culo di Massimo Ambrosini? Maleducazione, oltre che arroganza.
    Sai che c'è, Pie? Non potendo godere delle tue vittorie sminuisci il peso altrui. Bizzarra nemesi, visto che proprio di ciò tacciavi il tuo cuginetto preferito... :-)
    Ste

    RispondiElimina