sabato 13 giugno 2009

A volte ritornano


Oggi a Milano, al processo contro le nuove brigate rosse, ne è successa una carina. Premesso che è difficile stabilire quanto siano "nuove" queste brigate, giacché lo erano anche quelle della simpaticissima Lioce e lo sono, per i giornalisti, anche quelle appena smontate mentre stavano progettando nuovi attentati, per cui quelle processate a Milano forse sono brigate rosse "come nuove", c'è da dire che questi curiosi relitti di un passato ormai putrefatto cantano come i famosi canarini della filastrocca, in questo caso evidentemente non per amore. E non solo loro.
A parte ameni slogan come: «Contro la crisi dell'imperialismo guerra di classe per il comunismo» e «Contro il fascismo e la repressione, rivoluzione» ci piace notare come una parte di pubblico, alzando il pugno sinistro al cielo, si sia unito ai freschi condannati intonando l'Internazionale.
Siamo onesti: ma questa gente dove crede di essere? A Stalingrado? O in una bella assemblea alla Statale Anni Settanta?
Questo Paese idiota, che sino a un anno fa si segnalava per essere all'incirca l'unico al mondo ad avere due, tre o forse più (non ricordo esattamente quanti) Partiti Comunisti rappresentati in Parlamento - uno in effetti sembrava troppo poco - non solo è ancora l'unico al mondo a poter vantare un Partito Comunista Combattente, ma è probabilmente l'unico al mondo ad offrire ai miserabili guitti di questa farsa ignobile anche un pubblico entusiasta!
A volte ritornano, verrebbe da dire citando Stephen King, ma in fondo siamo abbastanza tranquilli: a parte i quattro gatti squinternati che si identificano nei patetici ideali di questi falliti e li applaudono, ormai sono talmente prevedibili che li blindano subito prima ancora che si riuniscano. Se avessere un po' di cervello potrebbero capirlo, ma non c'è molta speranza. Giovannino Guareschi li definiva e li disegnava come "trinaricciuti" mica per niente: la terza narice serviva a sfiatare i fumi dentro il cranio

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