giovedì 14 giugno 2018

Ai confini di sé stesso: vita da borderline


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La relazione che instaura un borderline sarà sempre votata al controllo, in una condizione di stabilità precaria e di instabilità continua. Spesso le persone che hanno questo disturbo sono state vittime di violenza sessuale in giovane età... 
Il borderline vive di emozioni non di sentimenti: non riuscirà mai a instaurare un rapporto maturo di condivisione empatico con l’altro. E questo è il paradosso che caratterizza la complessità del borderline: quando si crea la possibilità di una relazione intima, il borderline percepisce, anche in maniera psicotica, questo senso di ansia generalizzata, tendendo all’autosabotaggio della relazione e alla rottura della stessa.
La rottura nasce proprio dalla paura dell’abbandono: abbandona prima di essere abbandonato. 
Proprio perché l’altro diviene importante, troppo importante, che il suo rifiuto può causare un male ancora maggiore, allora l’autosabotarsi (e, ovviamente, sabotare il partner) è l’unica scelta possibile per superare l’ansia di abbandono. Dopo questa fase, il borderline ritornerà come se niente fosse successo a rivolgersi a un nuovo salvatore, ricominciando il ciclo di idealizzazione-controllo e poi svalutazione, in una relazione che mai riuscirà ad essere stabile. 
Un po’ come un flipper, dove si evitano gli estremi: troppa lontananza e troppa vicinanza generano angoscia e quindi rottura. Per questo motivo chi soffre di questa patologia difficilmente riuscirà a coltivare relazioni a lungo termine e in maniera stabile. Le relazioni che instaurano sono caratterizzate da una tempesta emotiva continua (cit. https://it.quora.com/In-cosa-consiste-il-disturbo-Borderline-di-personalit%C3%A0  modif)

Lievemente modificato, l'articolo sopra riportato (fra parentesi l'URL dell'originale) riporta ciò che può capitare a chi si imbatte in un borderline.

Nella mente del border ci sarà sempre una zona nera, un pozzo in cui annegano tutti i tentativi di sentimenti, sostituiti da emozioni violente.
Il border non se ne accorge, ma uccide tutti coloro che gli gravitano intorno.
Il border è involontariamente e patologicamente egoista e autocentrato.
Il border non si riconosce ammalato, ma lo è più di chiunque altro.
Il border vive sempre ai limiti, ai confini di sé stesso. Ogni volta che tenta una relazione più profonda, il suo personalissimo mostro esige il tributo di sangue e il border uccide chi gli sta accanto.

Non c'è speranza di salvezza per  un border, perché penserà di essere sempre nel giusto e non accetterà l'idea di essere ammalato.
Non c'è spazio per la vita nel cuore del border



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