giovedì 20 dicembre 2012

il DECT e l'anatomia insostenibile

Nel posto ove lavoro ci hanno sostituito i vecchi telefoni da tavolo e il cicalino con un unico prodotto: ufficialmente si chiama DECT ed è così che abbiamo imparato a chiamarlo. E' sostanzialmente un cordless, di uso piuttosto semplice: la sera si dovrebbe evitare di portarlo a casa, preferendo invece la base che ne permette la ricarica; di giorno lo accendi, lo metti in tasca e oplà,ti segue dappertutto: reparto, ambulatorio, sala operatoria (ovviamente risponderà qualcuno per conto tuo).
Con questo oggetto malefico, nessuno è più sicuro; specialmente in certi momenti...
Come?
No, tranquilli, non è quello che pensate, si tratta solo del prosaicissimo cesso, il posto dove ogni tanto chiunque deve andare.
Una volta c'era il cicalino: suonava, lo guardavi, avresti risposto quando fossi uscito dalla ritirata.
Adesso, con il DECT, è tutto un altro paio di maniche.
Adesso devi rispondere.
E qui cominciano i problemi.

Oh, lettrice che ti appassioni alle mie sciocchezzuole, tu che sei donna di problemi non ne hai: ti siedi, e hai le mani libere.
Ma se sei un lettore, allora ti puoi rendere conto che la tua manualità sarà costretta, mortificata e corrotta; perché Madre Natura ci ha fatti diversi, e ci obbliga con una mano a aprire e tenere aperto; e con l'altra a prendere saldamente in mano il problema evitando quindi penosi - e per lo più ingiustificati - equivoci e paragoni con idranti e innaffiatoi.
Immagina la scena: con una mano apri, con l'altra tieni, e... il DECT che sceglie sempre di suonare in quel preciso momento?!?
No, decisamente tu - come Guccini de "L'avvelenata" - non hai più un momento tuo, nemmeno nel cesso.
E poi, non siamo mica donne: più di una-due cose contemporaneamente non riusciamo a fare

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