domenica 13 maggio 2012

Vèstiti!

Leggo oggi su Facebook la triste storia di Luca costretto a rifarsi il guardaroba e vivo tutta la mia solidarietà per il mio amico.
Siamo sinceri: tranne pochi fortunati stilosi, appassionati di moda e di abbinamenti di colori (camicie, cravatte, persino calze), per noi uomini quella dell'acquisto di indumenti è per lo più una tragedia, un momento particolarmente penoso che vorremmo affrontare da soli, ma per il quale ci rendiamo conto che la presenza della moglie è indispensabile. 
La donna ha una memoria infallibile per tutto ciò che ti manca, ma non solo: l'occhio femminile sa cogliere gli abbinamenti cromatici e, non ultimo, sa scegliere ciò che ti nasconde pancia e muscolatura da tavola.
La donna, poi, invariabilmente si allea con la commessa. Si danno subito del tu, mentre tu ti senti invariabilmente un cretino. 
Sei lì, davanti a uno specchio, con addosso un paio di pantaloni di cui non senti assolutamente il bisogno perché tu vorresti un paio di jeans elasticizzati, ma loro no, hanno deciso altrimenti mentre tu, silenzioso, guardi la tua immagine triste riflessa. E ascolti le loro chiacchiere:
"Cosa dice, signora?"
"Ma che signora! Diamoci pure del tu!". 
E adesso perché tutta questa confidenza?
"Mi sembra che tiri un po' sul davanti", mormora la commessa tenendo in bocca gli spilli.
La moglie sospira:
"Magari!"; poi ride. La famosa, terribile risata sociale, quella che serve a fissare un abbozzo di amicizia basata sulla terribile complicità fra donne.
Scoppio di risa anche della commessa che, inginocchiata per fissare l'orlo dei pantaloni, rivela un posteriore di tutto rispetto. Ma non è il momento di ammirare alcunché, perché sei in minoranza. Sei lì come un pinguino mentre la ragazza si dà da fare, anche se non come vorresti tu:
"Cosa dici? Quanto facciamo di risvolto?"
"Mah, direi due centimetri. Non troppo corto se no sembra che abbia l'acqua in casa"
Altro scoppio di ilarità collettivo.
Poi la moglie riprende:
"E il culo? Non è troppo in fuori?"
"No. Mi sembra perfetto" commenta soddisfatta la commessa.
"E la pancia? Meglio un pantalone senza pèns [NdR: avrei forse dovuto scrivere pinces, ma poi magari non si capiva bene] così si vede di meno. Poi tanto gli cadono in continuazione, se li deve tirar sù. E' fatto male! E' un saldo!". 
Fossimo a un varietà, non ci sarebbe nemmeno bisogno dell'omino che agita il cartello "Risate!" davanti al pubblico. Anzi, ci sarebbero anche gli applausi.


Poi improvvisamente la moglie cala l'asso di bastoni:
"Cosa dici? Lo imbastiamo?"
Un brivido freddo mi passa improvvisamente per la schiena.
No!
L'imbastitura no! E' quella che mi costringerebbe a un'altra prova.
La commessa dimena il pregevole fondoschiena su cui sa di avere la mia attenzione:
"Non occorre. La sarta ne fa a meno"
Mi guardano entrambe comprensive. Posso andare nel camerino a rimettere i miei jeans caldi, sformati, morbidi. 
Comodi.
Esco, prima che inizi la terribile trattativa sul prezzo cui non voglio assistere per nessuna ragione al mondo, anche se sono consapevole del fatto che è uno dei motivi per cui mi porto dietro la moglie in un momento del genere.
Fumassi ancora, questo sarebbe un momento adattissimo.
Lei esce, soddisfatta a metà:
"Sono riuscita a tirare giù solo 10 euro [NdR: a me sembrano un'enormità]. Del resto, quella è una stronza [NdR: ma non andavate tanto d'accordo?], lo sanno tutti qui in giro. Cosa credi, che non mi sono accorta che le guardavi il culo? Cos'ha di diverso dal mio?"
Sto per rispondere le solite banalità, ma già lei non mi segue più. In fondo, è una donna pratica. Punta al sodo: 
"Comunque dovresti arrangiarti tu a fare queste cose".
Poi il suo bel volto improvvisamente si illumina:
"Ora che ci penso: c'è il negozio XY che chiude! E tu hai bisogno di scarpe!"
Le gambe mi si piegano:
"Non oggi, dai..."
Lei mi guarda con sorridente compassione:
"Va bene, domani".

Dopotutto, domani è un altro giorno

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