Il bello della vita famigliare è costituito dalle schermaglie che, a volte, ne costituiscono il sale, ma che talvolta fanno riflettere sulla difficoltà di comunicazione fra uomini e donne. E spesso mi trovo a riflettere sulla lucida illogicità (mi si perdoni l'ossimoro) dell'essere più razionale che sia stato creato dal Padreterno: la donna.
Valga, a mo' d'esempio, la seguente tranche de vie.
E' l'una e mezza. Ho esaurito una serie di cose che dovevo fare e che mi hanno indotto a prendere una giornata libera: dentista, carrozziere per riparare il danno da tamponamento di due mesi fa, e così via. Proprio la necessità "carrozziere" mi induce e chiamare Cristina con cui mi ero messo precedentemente d'accordo: lei mi deve seguire in officina con la sua macchina e poi torniamo insieme.
Tutto semplice? Nossignori: mica come dire.
Le telefono:
"Ciao, adesso mangio un panino qui alle Cupole. Poi mi raggiungi? Prendiamo il caffè insieme e andiamo in officina. Fa' pure con calma - aggiungo, conoscendo molto bene il mio pollo (anzi, la mia gallina) - tanto devo ancora mangiare"
Nota bene: il caffè alle Cupole è particolarmente buono. A casa nostra è quasi un'occasione sociale. So che così la invoglierò, il che mi farà gioco per farla deviare dal programma che si è già prefissato per la giornata. E infatti la risposta non tarda ad arrivare:
"Con calma! - mi sbraita nell'orecchio - Io sono incasinatissima e ho un sacco di cose da fare! Non puoi farmi fretta perché tu hai esaurito le tue, sai?... Io sono sempre al servizio di tutti e non ho mai un momento per me stessa! Ho bisogno di almeno mezz'ora di tempo! Non posso correre sempre al vostro servizio! Devi darmi tempo! Ho bisogno di tempo! Perché le giornate non durano almeno 48 ore? Perché volete sempre tutti farmi fretta?"
"Appunto - rispondo serafico - Io devo ancora mangiare. Non ti faccio nessuna fretta. Prenditi pure tutto il tempo che ti occorre, non c'è problema"
"Quale tempo? Non c'è tempo! E certo, tu hai sempre tutto il tempo che vuoi ma io non ho tempo da perdere! Ho fretta! Devo portare anche Giacomo a nuoto! Tu te la prendi sempre calma, tu fai sempre tutto da posapiano come sei, poi sono sempre io che devo correre! Fosse per te dovrei fare sempre tutto piano, con calma, tranquilla, come una lumaca. Ci vorrebbe la terza guerra mondiale a te e a tuo figlio. Devo fare in fretta! Adesso non ho tempo di parlare! Ciao!". E riappende.
Mentre vado a mangiare penso a "Un uomo, una donna", vecchio film di Claude Lelouch, che finisce un po' in sospeso.
Si saranno ritrovati, Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée?
Si saranno sposati?
Certo che sì. E, dopo quasi diciassette anni di matrimonio, lei l'avrà guardato con i suoi occhioni e gli avrà detto: "Possibile che vuoi sempre farmi fretta? Perché non capisci che ho bisogno di fare in fretta? Fossi in te dovrei sempre andare come una lumaca. Non sei indipendente. Non ci fossi io in questa casa..."
La vecchia storia dell'umanità
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