Ignacio Lula da Silva, presidente (fortunatamente) uscente del Brasile, ha negato l'estradizione in Italia del terrorista comunista Cesare Battisti, perché il governo brasiliano teme che il criminale rischierebbe la vita se tornasse in Italia.
D'accordo, lo so: è l'esito scontato di un'ignobile farsa che, se non altro, ha il merito di tenere la faccia di merda di un ignobile, disgustoso e vigliacco criminale fuori dai confini italiani; ma almeno ci siano cortesemente risparmiati i finti timori per la sua preziosa incolumità, a meno che Battisti non sia allergico alla saliva degli sputi: quella che gli altri sarebbero ben felici di depositargli sulla faccia.
La sua, invece, il glorioso combattente l'ha ormai consumata da tempo a vellicare l'ano dei politici brasiliani, supplicandoli di tenerlo a svernare sulle spiagge di Copacabana da dove potrà continuare ad esprimere il proprio anelito rivoluzionario.
Nella foto a fianco, un'immagine tratta da un documentario sul Brasile di Lula
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