Una piccola folla di gente che mi accoglie sorridendo, persone amiche che vogliono accogliere la mia tensione per scioglierla e assorbirla.
Tu non ci sei ancora, e ti vengo a cercare in recovery, e sei lì, nelle mani di Stefania che ti mette il sottile catetere della peridurale, e sei uno scricciolo in quel letto troppo grande per te, e mi fai una tenerezza infinita e devo farmi violenza per non far scendere quei due lacrimoni che sono tutta la mia emozione al pensiero di quello che ti devo fare fra poco, e ho una paura infinita di farti male, ma tu mi sorridi fiduciosa e serena perché hai messo la tua vita nelle mie mani.
Le mie mani che accarezzano i tuoi capelli in sala operatoria mentre Stefania fa scendere dolcemente il sonno nelle tue vene.
Le mie mani che cercano la strada nella tua pelvi martoriata per il precedente intervento e per la malattia, ed è un percorso aspro, frastagliato, difficile in mezzo a decine di strutture anatomiche che conosco per nome, con le quali mi do del tu e per le quali ho un rispetto quasi reverenziale, una sorta di tacito patto reciproco di non belligeranza, ma qualcuna la devo sacrificare, lo so, e lo faccio con decisione perché voglio toglierti questa malattia che si è impossessata delle tue viscere e ha riempito ogni spazio libero.
Le mie mani che, mentre il tempo passa (e alla fine saranno passate undici ore e mezza), diventano sempre meno agili e più stanche, devono rifare un'anastomosi sbagliata e, alla decima ora, devono strappare ancora la capsula dal fegato che, ovviamente, sembra offendersi e sanguina e poi, preoccupate, devono rapidamente avvolgere l'organo nelle pezze intrise di acqua bollente che ferma il sangue, ed è un lavoro estenuante che non finisce mai, ma Andrea e Antonella sono lì con me e Cristina mi sorride dall'altra parte.
Ma tutto finisce e di notte Nadia mi dice: "Tranquillo, è sveglia, ha alzato la mano in segno di ok", e finalmente posso schiantarmi nel letto in un sonno senza sogni.
E oggi entro in sala di rianimazione, e intanto indosso il camice di carta che svolazza intorno al mio corpaccione pesante e affaticato, ma ti vedo, vedo il tuo sorriso stanco, e accanto hai tua sorella gemella che ha il tuo stesso sorriso buono e fiducioso.
Le mie mani che, mentre il tempo passa (e alla fine saranno passate undici ore e mezza), diventano sempre meno agili e più stanche, devono rifare un'anastomosi sbagliata e, alla decima ora, devono strappare ancora la capsula dal fegato che, ovviamente, sembra offendersi e sanguina e poi, preoccupate, devono rapidamente avvolgere l'organo nelle pezze intrise di acqua bollente che ferma il sangue, ed è un lavoro estenuante che non finisce mai, ma Andrea e Antonella sono lì con me e Cristina mi sorride dall'altra parte.
Ma tutto finisce e di notte Nadia mi dice: "Tranquillo, è sveglia, ha alzato la mano in segno di ok", e finalmente posso schiantarmi nel letto in un sonno senza sogni.
E oggi entro in sala di rianimazione, e intanto indosso il camice di carta che svolazza intorno al mio corpaccione pesante e affaticato, ma ti vedo, vedo il tuo sorriso stanco, e accanto hai tua sorella gemella che ha il tuo stesso sorriso buono e fiducioso.
Un dito, quel dito che indossa con grazia il saturimetro come se fosse un anello di Cartier, si solleva indicandomi; sento la tua voce con l'irresistibile e dolce cadenza emiliana che tocca una corda nascosta del mio cuore.
E la tua voce dice, sicura: "E' quello il mio chirurgo"
E la tua voce dice, sicura: "E' quello il mio chirurgo"
Oggi dimessa: è andata a casa, è andata bene.
RispondiEliminaMangeremo i tortelli con i funghi assieme! Non lo dimenticare, Maria: me lo hai promesso...
Grande!
RispondiEliminaMaura sorella di Maria conferma la scorpacciata di tortelli piacentini doc, a quando vuoi. ci siamo commossi tutti nel leggere le tue bellissime parole che oltre a scaldarci il cuore ci fa vedere il tuo lavoro con occhi diversi. un bacio e un abbraccio da Maria e tutte le sue sorelle.
RispondiEliminaI tortelli li mangeremo tutti insieme quando Maria starà definitivamente bene.
RispondiEliminaPrenderci cura di Maria è stata un'esperienza indimenticabile per tutti noi: anestesiste, chirurghi, infermieri (in rigoroso ordine alfabetico). Maria è una persona meravigliosa e le abbiamo voluto - le vogliamo - tutti bene.
Adesso ti racconto un piccolo aneddoto: il giorno dopo che sei tornata a casa, la tua vicina di letto era triste e le ho chiesto il perché. Mi ha risposto: "Quella ragazza è un angelo. Non riesco più a sorridere da quando è andata via".
Credo che abbia ragione: sei veramente una persona speciale, una di quelle che ha il dono di rendere migliori le persone con cui vieni a contatto. Ed è successo così a tutti noi!
salve carissimo dott pietro sono la cognata della gemella di maria....grazie x quello che ha fatto, maria è una ragazza stupenda...volevo chiedergli come si è sentito avere due marie in sala rianimazione?spero che abbiate riso un po come lo stiamo facendo adesso noi con le due gemelle....................hahahahaha............ le auguro a lei e a tutto lo staff dell'ospedale di compiere ancora tanti miracoli....buona serata
RispondiEliminaUna strana sensazione, in effetti: a parte le meches le due gemelle sono davvero uguali precise spiaccicate!... :-)
RispondiEliminaMiracoli?
Non, nessun miracolo.
Amore per i pazienti che ci si affidano, buona volontà, amore per il proprio lavoro e... un po' di aiuto da Lassù!
ciao dottore mi presento sono adriana conosco da diversi anni tutte le sorelle alessandroni e lavoro insieme a due di loro, milena e marisa.ho sentito parlare moltissimo di te in questi mesi ma adesso che leggo le tue parole ho avuto la conferma di tutto ciò che pensavo...
RispondiEliminaSEI UN GRANDE. ho parlato con maria la sera prima dell'intervento era serena era fiduciosa era tranquilla rideva pur sapendo di dover affrontare un intervento così lungo così complicato aveva messo la sua vita nelle tue mani ed era sicura che sarebbe andato tutto bene.sono pochi i medici che sanno instaurare un rapporto così con i pazienti che riescono a farli sentire così tranquilli perchè prima di tutto cercano il rapporto umano. grazie perchè se maria ce l'ha fatta è sicuramente perchè sei un grande medico ma prima di tutto perchè sei un GRANDE UOMO
Grazie delle tue belle parole, Adriana. In realtà non sono così pochi i medici che costruiscono un bel rapporto con i pazienti e io sono fortunato a lavorare in un gruppo splendido, ma c'è un'altra considerazione importante da fare: è facile voler bene al paziente se il paziente è una persona splendida come Maria. E poi non c'è solo Maria: c'è una famiglia splendida che le è stata accanto in tutto. Per me è stato un grandissimo privilegio umano prima che professionale poter fare qualcosa per Maria: è facile volerle bene, tutto il mio ospedale gliene vuole!!!
RispondiEliminaBuona sera, mi chiamo Michele Votto. Volevo solo grazie per quello che hai fatto. Poche parole.. Ma Maria è persona importante e avere la sua amicizia è per me un dono immenso.
RispondiEliminaGrazie ancora... Sei anche tu un nuovo amico...
Ecco l'ennesima conferma di quello che dicevo.
RispondiEliminaSin dal primo momento che l'ho conosciuta ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a una persona speciale.
I messaggi di queste persone mi confermano che avevo ragione!
Maria, guarisci in fretta: ho davvero voglia di farmi una spanciata di tortelli. E magari ci berrò sopra anche il Lambrusco come faceva la mia nonna (che era di Novellara) e allora vorrà dire che dormirò in macchina!...
Eccomi qua ....sono Maria....a quasi due mesi dall'intervento mi ricordo di tutto lo staff medico,le mie anestesiste che la sera prima sono venute a farmi ridere (assicurandomi che mi avrebbero dato roba buona )mi rcordo che l'ultimo volto visto era quello di Pietro..terapia intensiva e gli angeli che si sono presi cura di me sostituendo la mia mamma (come quando ero piccola)e le infermiere\i del reparto C0..senza tutti voi non sarei qui a mangiarmi un gelato col mio fidanzato.devo comunque ringraziare anche il doc Domenico Vitobello x la prima operazione che insieme a Pietro mi hanno salvato la vita.e tutto lo staff del reparto D0.ci vedremo x la terza operazione più in forma che mai.un bacio a tutti
RispondiEliminaUn bacio anche a te, Maria. Ti voglio bene
RispondiEliminasono Mirella la vicina di letto di Maria,volevo dirle che io e Maria ci sentiamo, non si possono abbandonare gli angeli, abbiamo pianto tutti con le sue dolci parole e quasto ci ha fatto capire che ci sono ancora dottori veri e umani , colgo l occasione per augurare a lei a tutto il reparto e tramite lei anche al mio dott. Quagliuolo un felice Natale ringrazioandovi per tutto quello che fate per noi un affettuoso saluto Luconi Mirella
RispondiEliminaCara Signora Mirella, il Suo Dr. Quagliuolo sarà felicissimo di ricevere i Suoi auguri: glieli farò sicuramente!
RispondiEliminaPerò una curiosità mi è rimasta: ma con questo freddo, Maria e il suo moroso devono proprio mangiare un gelato? Non possono mangiarsi due fette di cotechino? :-)
sicuramente per restare in tema con le temperature esterne,, poi caro dottore il loro amore è così bello che non teme nessun freddo aahahha ancora auguri e per restare in tema che sia un NATALE D AMORE E SALUTE PER TUTTI
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