Mi rendo conto che è un bel po' che non posto sul mio blog, ma non sempre ho la testa o il tempo per farlo. Oggi è il momento giusto.
Sono alla fine di una settimana di tensioni enormi, difficili da sintetizzare. Una riflessione da dedicare a me stesso su due giorni della settimana: mercoledì e sabato.
Cominciamo dal fondo, e cioè da stamattina.
Mi ha chiamato S.C. per dirmi che il marito, V., finalmente guarito e prossimo all'intervento - piccolo, minimale, rapido - che avrebbe sancito la fine della sua malattia, ha deciso di abbandonare volontariamente questo mondo di sofferenza.
Sono sconvolto.
Era un uomo buono, allegro, che amava minimizzare le sue sofferenze.
Gli ho voluto bene, in tutto il tempo che abbiamo condiviso l'anno scorso; gliene voglio ancora, anche se su quella rotaia maledetta ha trascinato un pezzetto della mia anima.
Questo è uno di quei momenti in cui ti chiedi veramente che ci stai a fare con tutto il tuo sapere e la tua tecnologia, con tutte le meraviglie che puoi mettere a disposizione di chi sta male se poi, dopo tutto, il cuore dell'uomo è ancora troppo fragile per sopportare il peso di una malattia, sia essa un cancro o una depressione.
In un momento come questo vorrei tanto essermi dedicato a qualcos'altro
Ma d'altra parte, se nella vita mi fossi dedicato a qualcos'altro, forse non avrei visto lo sguardo di Clara e non avrei sentito la stretta fiduciosa e forte della sua mano dopo, in Terapia Intensiva, curiosamente proprio nello stesso letto che era stato occupato da Maria.
Lei è stato il mio mercoledì.
Oddìo, non solo mio: è anche stato il mercoledì di Antonella, Daniela, Elena, Francesco, Igea, Luca, Patrizia, Vittorio; è stato il mercoledì del buon vecchio Juan Carlos, che non lo dice troppo forte ma le peritonectomie le segue sempre volentieri; ed è stato ovviamente il mercoledì di quella gloriosa, stupenda rompiballe a nome Stefania, che i miei amici di questo blog ben conoscono, con la sua voce petulante e la sua risata allegra, che mi angoscia quando mi dice: "Sta perdendo" e che mi consola quando mi dice: "Tranquillo, è stabile". E non poteva mancare la Carlina che mi ha mandato l'sms serale per sapere com'era andata...
Clara è mamma giovane ed è una maestra: tutti i suoi bambini hanno tutti pregato per lei e anche per noi, che non ci abbiamo dormito prima ma che abbiamo sentito Qualcuno vicino a noi.
Qualcuno che ha preso Clara in braccio per offrirla alle nostre mani
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